Che vuoi che sappia il mio cuore
dei pensieri lontani
inquietanti
che sono nell’aria stasera?
Lui ascolta soltanto
i suoi misteriosi battiti.
Approfondirò il dolore che mi tormenta
ma non alzerò la voce per implorare
una lacrima al destino.
Voglio che un compagno invisibile
straordinario
mi porti nella valle della speranza.
Là sentirò arrivare tutti i venti:
il libeccio profumato di mare
il voluttuoso scirocco
l’euro lieve che sa di desideri.
L’oggi già domani
il resto fermo nel sogno.
Tu, ruffiana realtà,
mani rugose sazie di cattiveria,
spegnerai il faro.
Resterò sola nell’onnivora folla
patria crudele della mia anima.
Alessandro Anna Bellina
Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pag. 50.
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