Era mezzanotte a Port Said
quando sono arrivata.
Piena di voluttà l’aria profumava
d’Africa
predominava la saccenteria
inglese
buttata lì come nulla avesse sconvolto.
Tu eri ad aspettarmi.
Intravedevo l’incanto tra mille scintille
e ho goduto, assetata, nell’immaginario
quella notte.
Raccontata da te, Port Said
era nella mia memoria, nei miei sogni
nel ricordo della tua voce
unito alla mia carne
al sangue che scorreva nelle vene
fecondo,
a quell’estasi che passava dalla mente
all’anima
come verità sprofondata in una vita
incendiata di rimpianti. Oltre la vita!
Perché chi aspetta nell’infinito
non ha morte.
Così parlava con malinconia
un amato fantasma
ed io volevo restare
immobile sulle tue strade, Port Said.
In quel folle fascino che svuotava,
che logorava la realtà del mio tempo
ho ritrovato immersi nella verità antica
amore, tenerezza, passione, gioia.
E la tua vita e la mia vita
asso lutamente
parallele, lontane.
Alessandro Anna Bellina
Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pag. 50.
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