Chi abita la mia casa
mi presta il corpo e sale
sottili bianche scale.
Spade
mi graffiano ed io sanguino.
Di stanza in stanza
io palpo culle vuote.
Giorni ciechi mi spingono
lungo le notti
verso altri giorni …
Ma chi abita in me, questa mia casa?
Eunice Arruda
Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pag. 46.
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