Iblea Grafica di Ragusa ha pubblicato un’opera singolare di Salvatore Di Marco, Editoriali 1988-93, pagg. 304. Vi sono raccolti 63 editoriali del “Giornale di poesia siciliana”, il giornale palermitano fondato e diretto da Di Marco, noto poeta e saggista. Il prefatore, altro noto studioso universitario di letteratura e dialetto siciliano, Giovanni Ruffino, degli editoriali traccia una lettura “globale e coerente”, indicando il filo conduttore che lega insieme ben più di cinque anni del più diffuso giornale di poesia e di dialetto siciliano. Questo è indicato dallo studioso in quattro postulati facilmente individuabili: la cultura dialettale come bene culturale, il dialetto come organismo tuttora vitale, l’ansia rinnovatrice della letteratura dialettale in un nuovo umanesimo, che difenda la nostra identità, e la prospettiva sopraregionale per un nuovo contesto culturale, cioè un’apertura alla cultura dialettale delle altre regioni.
L’indicazione di Ruffino tesse le dinamiche culturali svolte da Di Marco in una visione unitaria e ci fa capire più facilmente come lo studioso ha operato in un quadro storico generale con l’analisi dei fatti politici e letterari un’indagine critica fondata sull’analisi della scrittura, ma che evidenzia nello stesso tempo lo spazio etico e letterario.
L’opera vista unitariamente gode di un respiro “grande e profondo, perché è il respiro dei tempi lunghi e degli ampi spazi”.
Almeno per un solo postulato, a conclusione dell’anelito di rinnovamento della poesia siciliana, riporto le parole di Di Marco: “.. .le ragioni del rinnovamento della poesia dialettale in Sicilia non sono soltanto prettamente letterarie, ma sono anche ragioni sociali (e perciò politiche)”.
La fiducia nella rinascita del dialetto siciliano nasce dal profondo amore che Salvatore Di Marco nutre per la sua isola e per la sua lingua. Ma l’interesse maggiore che il libro suscita deriva dall’ammirazione per la profonda conoscenza della materia, come risalta da ogni pagina: l’opera è ricchissima di informazioni e di considerazioni sia sul dialetto che sulla letteratura siciliana.
Sullo stesso piano culturale e con gli stessi interessi Salvatore Di Marco pubblica una raccolta di studi di docenti universitari, premettendovi un saggio introduttivo che informa ampiamente sul problema. L’opera è La questione della “koinè” e la poesia dialettale siciliana, pubblicata dai “Quaderni del Giornale di poesia siciliana” di Palermo (1995, pagg. 161, edizione non venale). La questione è importante, perché incide direttamente sul processo di rinnovamento: l’uso di una “koinè” letteraria è posto arbitrariamente ed astrattamente in alternativa all’uso dei dialetti e delle parlate locali, che la maggior parte dei poeti dell’Isola in effetti pratica. La questione era stata posta da una ventina d’anni soprattutto dal poeta catanese Salvatore Camilleri ed ha visto impegnati in primo piano letterati e poeti. Ma sull’argomento mancavano le valutazioni ed i pareri degli intenditori, studiosi universitari specializzati nelle scienze del linguaggio e dialettologiche. Sin dal 1990 Salvatore Di Marco ha curato di raccogliere attraverso il “Giornale” sopra indicato le valutazioni di docenti universitari della statura di Giuseppe Cusimano, Giovanni Ruffino, Salvatore C. Trovato, Giovanni Tropea, Vincenzo Orioles, Giuseppe Gulino, Sebastiano Vecchio.
Personalmente ammiro il senso di opportunità e l’equilibrio, oltre che la dottrina e la compostezza tenuta da Salvatore Di Marco nel raccogliere tutto il materiale e soprattutto nello svolgere il saggio introduttivo, condotto non senza un taglio polemico, ma approfondito e composto. La serenità, cui s’è ispirato il saggio, ben si accompagna alla concretezza reale ed alla dottrina della discussione tenuta. Ancor più apprezzabile è la disponibilità rivelata al confronto diretto delle idee e delle affermazioni da parte di poeti e studiosi sul problema della “koinè”.
Ricchissime ed approfondite sono la bibliografia e le note esplicative, nonché le informazioni sugli autori.
Carmelo Depetro
Da “Spiragli”, anno VIII, n.1, 1996, pagg. 43-44.
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