Fèrmati ad auscultare le segrete
vibrazioni dei muri
edificati
che nel chiuso silenzio della notte
crescono senza gridi
o gesti tragici
ma lentamente avanzano nei vuoti
e rimuovono il fiore circospetto
degli alberi e dei prati.
Ora osserva quel tanto di ricchezza
che ci rimane ai margini del mondo,
osserva questo cielo
di piombo
che smuove la natura
e la rifiuta,
porgi l’orecchio ai muri risoluti
che s’ergono diritti nella loro
urgente precisione,
guarda semplicemente all ‘ esistenza
e troverai tracciato ogni cammino.
Disfatti troverai tutti i rifugi
e diluite tutte le certezze,
per la paura non avrai parole
né il verbo che vagheggia la bellezza
e tuttavia la fredda concretezza
vuoI essere assoluta ingegneria
che l’insaziata umanità si inventa
per perforare i tetti del pianeta.
Come fossero tante baionette
le costruzioni acuminate e uguali
non saziano l’ascesi
in sé crudele,
immensità di pietre successive …
La conclusione
dei cicli predatori
verrà allora insieme alle prescritte
pagine di ispirate profezie
perché sul nulla resterà a vagare
il mondo.
Denize Emmer
da «Literatura Brasileira» n. 7
Da “Spiragli”, anno XVIII, n.1, 2006, pag. 36.
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