EMILIO GUASCHINO, Disegni e grafiche. Antologia pittorica 1966-2004, collana «Prisma», Ila Palma, Palermo, 2004.
Storiografia della sicilitudine attraverso il segno e il colore
II pittore di origine piemontese, Emilio Guaschino, che ama definirsi «polentone con l’animo di terrone», ha pubblicato per l’I.l.a. Palma un corposo volume illustrato intitolato Disegni e Grafiche 1966-2004. Dalle 180 pagine in grande formato, affiorano immagini impregnate di luce e di calore, di tristezza e di drammaticità. Artista schivo e modesto, è costantemente spinto a migliorare la sua capacità interpretati va e usa il colore con struggente dolcezza, trasmettendo alle sue figure un grido di disperazione che lo porta a forme narrative irripetibili, gesti d’amore per la sua gente e la sua terra.
Le condizioni difficili di tanta gente di Sicilia sono denunce gettate con impeto generoso, per cui i volti esprimono fortemente sentimenti di angoscia. Nelle opere di Guaschino i drammi di un popolo scaturiscono dai tratti incisi vi della sua grafica, ed ecco che i colori riescono a dare ancora più forza ad un linguaggio che è insieme documento e protesta. I soggetti dei suoi quadri esprimono immediatezza, gridano al vento i propri tormenti: fanciulli costretti al lavoro, donne stanche per il pensiero dei loro uomini lontani per lavoro, vecchi chiusi in una dolente rassegnazione. Tutto parla nelle opere di Guaschino, il mare e la terra intrisi di fatica e di sudore, le case isolate e quelle dei centri urbani carichi di fatalistico silenzio, le donne e gli uomini protagonisti di una coralità che stupisce e rende partecipi.
Infatti può accadere che osservando le sue opere si rimanga incerti se è più importante ammirare il valore della sua arte oppure il modo sincero pulito e spontaneo con il quale l’autore rende cariche di realismo le sue figure e prepotentemente espressive le sue creature.
Certo Guaschino esprime ciò che sente, «gettando l’anima sul piatto» come scrisse lui stesso in una lirica ad un amico poeta. Quello che riesce a far dire alle sue figure prorompe ‘impetuoso dalla sincerità del suo animo ma è la sua capacità di disegnatore, e la potenza del suo colore, che gli permettono di raggiungere certi risultati. Colore e disegno si compendiano in maniera mirabile, e pure nel dolore o nella protesta l’artista, attraverso i suoi quadri, lancia messaggi d’amore per commuovere e fare pensare.
Dora Maran
Da “Spiragli”, anno II, n.2, 1990, pagg. 33-35.