L’utopia del comunismo, come volevasi dimostrare
Questo libro di Francesco Canfora, avvocato a Roma e scrittore, trova diretta ispirazione nella famosa Fattoria degli animali, di George Orwell nei primi anni quaranta del Novecento. Il romanzo, ambientato in una fattoria situata nelle verdi campagne dell’Inghilterra, è una parodia della riuscita iniziale, del graduale tradimento e del definitivo fallimento della rivoluzione sovietica. Un modo ironico di Orwell per sottolineare l’utopia del comunismo, in quanto nessun uomo riuscirà mai a debellare il desiderio di potere.
Il racconto rinnova e modifica la storia della fattoria ribelle. Egli non solo mostra, con velata amarezza, le difficoltà che gli uomini, sotto le vesti di animali di una lontana fattoria, incontrano per gestire la propria organizzazione sociale e la propria libertà, ma esamina anche, con sottile ironia, il comportamento complessivo degli animali. Questa, infatti, è la vera protagonista del racconto.
È il popolo che si smarrisce dietro i propri egoismi e che, per paura di perdere la libertà, trova alla fine, a differenza di quanto avviene nel libro di Orwell, la forza di ribellarsi riacquistando la propria dignità.
Giocato mirabilmente sui registri del comico e del grottesco, il racconto è una spietata disamina delle mostruosità che può produrre una politica intesa come puro e cinico esercizio del potere, quale che sia l’ideologia che la informa; ed è anche un accorato richiamo alla necessità affinché i valori etici continuino a trionfare sulle ragioni diaboliche del predominio sociale e della sopraffazione economica. È un libro che parla al cuore delle persone, dal forte significato allusivo, che unisce ricchezza di tematiche ad uno stile ponderato nella sua semplicità, e fluente nella proposizione.
Vera Da Giuliana
Da “Spiragli”, anno XVIII, n.1, 2006, pagg. 55-56.
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