Il cuntu su Campofiorito di Giovanni Giordano, Cuntari Bellano va è un tripudio di colori, immagini, suoni e parole di questa terra fiorita di pensieri inascoltati, fiorita da gemme di desideri irrealizzati. Dall’ origine misteriosa e nefasta della città, fondata dal Principe di Campofiorito, l’autore ripercorre sentieri tortuosi in cui si racconta di miti, episodi ed usanze del piccolo centro dell’entroterra palermitano.
Il nobile scopo di Giovanni Giordano è quello di realizzare un dono, per le generazioni presenti e future, per svelare e far conoscere l’identità e l’anima di Bellanova, termine ancora usato nel dialetto locale. Durante la lettura si partecipa, così, a diverse occasioni tipiche della «città nuova» come la festa di San Giuseppe, ‘A festa d’u Signuri, ‘A Festa d’i Morti, ‘A Festa d’u Bamminu e per finire all’addio al pupu nella notte di Capodanno; si assaporano, sempre mentalmente, alcuni cibi tipici come i ficu sicchi e nuci della feste dei morti, la cuccìa di Santa Lucia, i cucciddati e cuddureddi di San Giuseppe.
La lettura del cuntu è accattivante e formati va perché permette al lettore di conoscere la profonda e nobile identità antropologica di Campofiorito, inspiegabilmente ignota ai più.
Elisabetta Lipari
Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pagg. 60-61.
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