Sabato 9 marzo ’91 si é tenuta, nell’antica sala del Comune di Tarquinia, una Conferenza-stampa sul tema della Pronoterapia. durante la quale é stata conferita alla Dott.ssa Simona Cola una laurea “honoris causa” per la sua opera nel campo specifico.
Alla Conferenza, presieduta dall’ex Sindaco di Tarquinia, Sen. Roberto Meraviglia e dal Presidente dell’Albo Professionale Europeo dei Pranoterapeuti, erano presenti, oltre alle telecamere della RAI, numerosi giornalisti e medici. Ma ciò che più attirava l’attenzione era il fatto che la grande sala fosse letteralmente gremita di pazienti ed ex pazienti entusiasti, pronti a testimoniare, ma soprattutto – e questo é ciò che più conta – tutti guariti o in via di guarigione. Quello che mi ha toccata profondamente. era la loro dignità, la loro serietà e serenità di giudizio; non si respirava aria di corte dei miracoli, ma quello stupore riconoscente di chi, dopo una lunga e indicibile sofferenza, spesso dopo essere stato dato per spacciato dalla medicina ufficiale, si ritrova improvvisamente, inaspettatamente in gioco, guarito senza sapersi dare una spiegazione, poiché era ricorso alla pranoterapia l’antica imposizione delle mani citata nei Vangeli – come ultima spiaggia, non avendo più nulla da perdere se non la vita stessa.
Indubbiamente il soggetto da trattare era spinoso. Si doveva lottare contro la mentalità materialistica, e persino contro i propri pregiudizi morali e culturali. Per fortuna, poi, hanno parlato i fatti.
Il Presidente dell’Albo, Mario Davanzo, bersagliato dallo scetticismo dei giornalisti, veniva quasi immediatamente richiamato all’ordine da uno di questi, per aver osato sfiorare un attimo la questione religiosa. Questo falso moralismo religioso non spiana certo la strada alla ricerca della verità. Ma mi domando quale fede abbia da salvaguardare una persona che solo a sentir parlare di miracoli si scandalizza. Con ciò non voglio dire che ci troviamo di fronte a dei miracoli, probabilmente tutto ciò accade perché possa essere spiegato – non si muove foglia che Dio non voglia – ma mi domando – ripeto – che tipo di fede si possa avere se si considera “il miracolo” come unico retaggio di antiche popolazioni ignoranti, le quali non potendo supplire con la cultura e la conoscenza, affidavano a Dio il loro destino, la loro salute, la loro stessa vita. Bene. Visto che Cristo sembra per molti essere morto su una croce definitivamente, forse è giunto il momento in cui gli scienziati – novelli detentori della “verità” – ci diano una razionale e ragionevole spiegazione di quanto accade. In mancanza di “prove” – visto che i fatti non bastano – nessuno di noi può permettersi dei pregiudizi, ma solo ed esclusivamente delle opinioni personali che non fanno testo.
Io ho intervistato molti pazienti della Dott.ssa Cola, e ad ognuno ho chiesto, oltre all’esito della ·cura, quale idea si fosse fatto della pranoterapia. Devo dire che la platea era divisa equamente tra i fautori di una tesi energetica, naturale e scientificamente spiegabile (tra i quali il più convinto sembrava proprio un religioso) e i sostenitori del dono carismatico divino. Per dovere di cronaca devo riferire che una religiosa affermava di aver visto una stimmata sulla fronte di Simona: che ad una anziana signora appariva durante il trattamento una figura vestita di bianco ai piedi del letto, mentre ad altri sembrava addirittura che la pranoterapeuta assumesse un diverso aspetto. Tra questi, alcuni bambini. Anche queste “curiosità”, è chiaro, sono tutte da studiare e verificare.
D’altra parte, lo stesso Mario Davanzo, nel suo discorso introduttivo, si manteneva sulle generali, affermando, ad esempio, che la pranoterapia non è una panacea universale: che può apportare miglioramenti in alcuni casi di artrosi, risolvere alcuni problemi nervosi e liberare da sintomatologie dolorose, ma che, certamente, non è in grado di guarire i tumori. E qui veniamo al dunque. Simona Cola ha guarito dei tumori. Ho sentito le testimonianze ed ho potuto consultare le documentazioni, le TAC, le lastre dei pazienti prima e dopo la cura.
Il Davanzo si batteva per un progetto di legge giacente in Parlamento, con il quale si vuole ottenere il riconoscimento ufficiale della figura professionale del pranoterapeuta. Ciò, affermava, per operare una separazione del grano dalla gramigna, ovvero per selezionare un serio gruppo di pranoterapeuti ed evitare alla gente di cadere nelle mani di individui senza scrupoli, venditori di fumo e di illusioni, avvoltoi che gravitano attorno a gente malata, pronta a rivoltarsi le tasche pur di vivere o sperare di vivere. Sarà possibile questo nell’Italia dei raccomandati e delle bustarelle? In ogni caso, varrebbe la pena tentare, visto che in alcuni casi è stato proibito ai pranoterapeuti l’ingresso negli ospedali, sebbene richiesto da pazienti senza alcuna speranza, proprio a causa – o con il pretesto – della mancata professionalità. In realtà, i medici non dovrebbero sentirsi minacciati da questi operatori, i quali, va detto, non mirano a sostituirsi ad essi, ma desiderano soltanto collaborare.
Quindi, ben venga una strumentalizzazione del “caso Cola”, se può servire una causa utile. Ma torniamo alla discrepanza tra l’affermazione che ‘la pranoterapia non guarisce i tumori” e le dichiarazioni dei pazienti usciti proprio dal tunnel di questo orribile male.
Interrogato a tale proposito, il Davanzo affermava che indubbiamente si stava trattando di un caso eclatante. Ed è questo che voglio ripetere” poiché è molto pericoloso creare illusioni sulla pelle degli altri, e, cioè, per dirla senza mezzi termini, che non tutti i pranoterapeuti hanno le qualità, sebbene molti di essi siano ottimi “professionisti” ed ottengano risultati assai positivi. Ho parlato con alcuni di essi e consultato numerose opere sulla materia. Indubbiamente dalla pranoterapia si possono ottenere notevoli vantaggi, ma nessun pranoterapeuta, per sua onestà, ha mai affermato di poter guarire un tumore, né di poter – e qui veniamo ad un altro punto dolente – cambiare le informazioni del DNA.
Vediamo alcuni casi. Un paziente presente alla Conferenza, affetto da poliomelite, dall’età di 15 anni, mi ha confidato di vedere il suo muscolo, prima del tutto atrofizzato, riattivarsi e crescere giorno dopo giorno. Un bambino miope, con un forte astigmatismo, dichiarato non curabile e destinato a una vita di occhiali, risultava aver recuperato 6 diottrie in pochi mesi di cura settimanale. Numerosi pazienti, in cura per esaurimento nervoso, dichiaravano di avere visto crescere sulla loro testa capelli perduti da anni, e non del loro originale colore: capelli neri su teste canute; capelli neri su teste bionde.
Potrei citare numerosissimi altri casi, ma per questo vi rimando al libro che sto scrivendo: “Chi sei? Inchiesta su una guaritrice”. Qui vorrei invece soffermarmi su alcune considerazioni: se appare sterile parlare di miracoli, così appare indispensabile domandarci come possa accadere che un DNA venga “ristrutturato”, poiché di questo si tratta. Nel caso congenito dell’astigmatismo – che è una conformazione ovoidale anziché sferica della cornea – sembravano non esserci possibilità di regresso, a meno che non si cambiasse la forma della cornea. Oggi – sebbene il caso non sia ancora completamente risolto – c’è stato un notevole miglioramento della vista, probalbilmente proprio grazie ad un intervento sul DNA, poiché, lo ricordo, si trattava di un difetto congenito, ovvero di nascita, per il quale il DNA dell’occhio era programmato per vedere “male”.
Lo stesso dicasi per i casi di pazienti biondi che hanno ottenuto la ricrescita di capelli neri. Le mani di Simona hanno in qualche modo impartito al DNA di natura – che è una sorta di “programma biologico personalizzato” che prevedeva sia i capelli biondi, sia l’età della loro caduta, sia il loro incanutimento – un diverso ordine.
Ma cos’è questa energia? Da dove proviene, dal mondo spirituale o da quello materiale? È indubbiamente una energia positiva se il suo scopo è la salute. È indubbiamente una energia intelligente. se è in grado di uccidere le cellule malate e far proliferare quelle sane, se è in grado di mummificare. ma anche di rigenerare.
Non credo esista attualmente qualcuno in grado di darci una risposta, esauriente. Ed anche se ci fosse, sarebbe molto difficile ottenerla. Simona Cola parla poco. Durante la Conferenza non ha parlato mai. Come sapesse ma non potesse dire. Non vuole che si sappia, ma da anni il mondo della medicina le è ostile, a parte quei medici che hanno beneficiato delle sue cure. E cito il Dott. Mariani, chirurgo di Tarquinia, perché ha avuto il coraggio di dichiararlo in pubblico. Da anni Simona Cola chiede di essere analizzata perché si trovino le risposte. Se ognuno di noi possedesse in latenza queste capacità, perché non saperne di più per imparare ad usarle per autoguarirsi? Oppure, se ciò non risultasse possibile, perché non cercare di scoprire se le facoltà della Dott.ssa Cola siano causate da meccanismi fisici, chimici, elettrici o spirituali? Perché le sue mani guariscono?
Ma nessuno, sembra, vuole sapere. Ed ecco il silenzio-stampa che titola il mio articolo. Alla Conferenza, come ho già detto, erano presenti le telecamere della RAI e i giornalisti dell’ANSA. È passata una settimana ed il silenzio è sceso come un avvoltoio su questa verità. Neppure due righe in ultima pagina, neppure la voce di un giornale di provincia.
Che cosa c’è dietro questo silenzio? L’interesse dei rattoppatori di carne umana? La paura della verità? L’orgoglio del proprio sapere? La sfiducia nella mano che Dio tende sempre agli uomini, in un modo o nell’altro?
I fautori del silenzio sono pregati di rivolgersi esclusivamente alla medicina ufficiale in caso di bisogno. Di non venirsi a curare con gli occhiali neri e un falso nome. Tarquinia grida, qualcuno ha risposto, ma ora il silenzio è calato di nuovo sulla necropoli etrusca, sulla verità, sulle mani di Simona Cola che continuano a: lavorare e a guarire.
Credo che la medicina ufficiale non possa più sottrarsi e che debba affrontare anche questo problema. Se questo non accadesse, se tutti continuassero a tacere, non si scandalizzi più quel giornalista che senta citare la parola “miracolo”. Cos’altro resta all’uomo, se non la speranza che la Provvidenza invii ancora sulla terra dei nuovi apostoli che sappiano lenire i nostri mali fisici e spirituali? Altrimenti per noi non c’è speranza. Non c’è speranza di allontanare da noi la “vecchia con le forbici”, perché tagli quanti fili? – magari a vent’anni? Siamo tutti qui, lungo la strada che inevitabilmente conduce a Thanatos, con la sola possibilità di soffrire, per gli interessi di quegli uomini che hanno sputato sul “giuramento di Ippocrate”. In un mondo nel quale, ancora, Dio parla, ma non viene ascoltato. E tutto diventa Silenzio. Un silenzio di morte.
Diana Garlant
Da “Spiragli”, anno III, n.1, 1991, pagg. 11-15
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