Miniracconto di Aluysio Mendonça Sampaio
Nella penombra della stanza (o del passato?) uno scrigno di madreperla con fregi dorati. Del nonno era lo scrigno, chiuso a sette mandate.
Non una, mille volte aveva tentato di scoprire il tesoro gelosamente custodito.
Chiese la chiave, ma il nonno non rispose. La chiese alla madre ma lei fece una smorfia. Lo scrigno del nonno, lo scrigno del nonno … Ah l’infanzia perduta …
Solo quando fu cresciutello, il nonno lo chiamò: «Voglio farti un regalo.» Era il suo compleanno. Lo prese per il braccio, teneramente, e lo trasse nella penombra della stanza. Si avvicinò al comodino dov’era lo scrigno.
Sorriso sulle labbra, prese la chiave dalla tasca del gilè. Lentamente l’ accostò alla serratura.
Il cuore del ragazzo batté come il trotto d’un cavallo.
Quando lo scrigno si aprì, guardò dentro, trattenendo il fiato. Era tutto vellutato, con bordo di cordoncino dorato.
Guardò il nonno sorpreso, come a dirgli: «Dove sono i gioielli, i brillanti, le monete? Dov’è il tesoro?»
Sguardo malizioso, il nonno capì la domanda fatta con l’avido, impaurito linguaggio del silenzio. Con la sua voce di vecchio (molto vecchio) rispose: «Qui è custodito il bene più prezioso del mondo: il tempo.»
Aluysio Mendonça Sampaio
Da “Spiragli”, anno XVI, n.1, 2005, pag. 41.
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