Uno studio originale di storia e arte
In maniera veramente originale si presenta il saggio di Marcella La Monica dal titolo: La città degli spilli. Filosofia e arte nella prima rivoluzione industriale. L’autrice, infatti, lega innovativamente, la riflessione filosofico-economica di fine Settecento e dei primi anni dell’Ottocento, con i principali fenomeni artistico-urbanistici e dell’ industrial design. Un metodo inusuale e certo singolare, che sta alla radice tanto della grandiosa ricchezza tematica e stilistica del volume quanto dell’audacia della sua visuale descrittiva, al tempo stesso sorprendente e intellettualmente stimolante.
Il titolo del libro, La città degli spilli, da una parte, si spiega in riferimento al celebre esempio smithiano della lavorazione degli spilli e, dall’altra parte, in relazione alle implicazioni urbanistiche della nascente civiltà industriale. Si deve riconoscere all’ autrice il merito di sottolineare, altresì, l’incisività smithiana della suddivisione del lavoro sulla nascita del design industriale e dell’economia moderna.
All’ interno del libro Marcella La Monica dà maggiore spazio alla letteratura smithiana sul rapporto tra la città e la campagna, collocandola all’ interno del fenomeno dell ‘ industrialesimo e alla nascita della città dell’ età industriale. Considerevole è l’ analisi della figura di Bentham e del suo Panopticon, la città nuova e la nuova architettura popolare e, infine, verso le città utopiche, per esempio, di Ledoux e di Fourier.
Lo studio si sofferma sul passaggio dall’ artigianato all’ arte industriale e sul ruolo di Wedgwood. Significativi effetti dell’industrialesimo si hanno anche nelle pitture di Wright, di Vivares, di De Lourtherbourg e nel sublime industriale di Turner. Infine, ben articolato risulta essere il complesso dibattito sull’industrialesimo, a cui parteciparono Burke, Carlyle, Chateaubriand e Pugin.
Dora Maran
Da “Spiragli”, anno XVIII, n.1, 2006, pag. 46.
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