MARIA CRISTINA MAGGIO, Il soprabito all’ingresso, collana di narrativa «Meridiana», I.l.a. Palma, Palermo 2008.
Se la vita di un uomo trascorre come un soprabito appeso all’ingresso
Il soprabito all’ingresso è il nuovo coinvolgente romanzo della scrittrice Maria Cristina Maggio, ambientato nella Palermo. anni trenta e incentrato sulla vita di Santi e della sua tipica famiglia sicula, costretta a fingere per non subire l’onta di quel «peccato» che solo alla fine il protagonista comprende realmente. Il racconto si dipana agli occhi del lettore come un viaggio mentale che il protagonista fa rievocando il passato, «un’infanzia tabù, con un padre inesistente, una nonna fulcro e una madre che potevo chiamare mamma sempre con il timore di vederla sbiancare in viso». Lo fa, a ritroso, nel momento in cui la sua vita sta subendo una svolta, nel momento in cui rischia di perdere un membro della sua particolare famiglia.
Il libro, che privilegia un taglio psicologico ed emotivo, è incentrato su riflessioni che il protagonista svela, a noi lettori, meditando sulle relazioni che ha tessuto con chi ha colorato la sua dissimulata esistenza. In questa storia il lettore è emotivamente coinvolto fino a divenire il confidente del narratore e del suo riscatto da una pedissequa quiescenza, da una vita trascorsa .. . come un «abito da uomo appeso in un armadio» in casa propria.
Il contesto in cui si svolge la storia è descritto in modo tanto accurato da permettere, a chi legge, di crearsi un’immagine nitida e particolareggiata della situazione narrata. Così come dettagliati sono i gustosi spaccati della Palermo di allora.
I personaggi sono presentati, uno ad uno, attraverso gli occhi del protagonista con una semplicità ed innocenza tipicamente infantile, fusa però ad una matura saggezza; bagaglio interiore che la scrittrice riesce abilmente a trasmettere al suo personaggio.
L’autrice continua a meravigliarci sposando passato e presente, dettagli e personaggi reali, ripescati dal suo passato, con altri magistralmente inventati e descritti con una puntigliosità tale daapparire realmente vissuti. Esemplare è la descrizione del lavaggio delle mani di uno dei personaggi che il protagonista-bambino osserva, rimanendone sempre affascinato e ammutolito; la minuziosa descrizione fa vacillare la mente del lettore tra realtà e fantasia. Altro elemento di rilievo è il linguaggio, che possiamo dire antitetico. Infatti riesce ad armonizzare quotidianità e poesia, semplicità e raffinatezza, dialetto e lingua italiana, in un modo che solo una scrittrice e palermitana doc può fare. I dialoghi concitati e le descrizioni lente completano l’articolata struttura del romanzo.
Il soprabito all’ingresso è un exploit, un delirio di sentimenti, emozioni, colori e profumi indimenticabili. Credo che Maria Cristina Maggio continuerà ancora ad emozionarci con i suoi romanzi.
Elisabetta Lipari
Da “Spiragli”, anno XX n.1, 2008, pagg. 58-59.