Dove soffia il vento è l’ultima silloge poetica pubblicata da Matilde Contino.
Anche in quest’opera, il mondo della Contino è quello delle due precedenti pubblicazioni – Symbiosis e Bagliori -, il “reale” filtrato dall’immaginario emotivo e immaginale dell’autrice. “Per i tuoi occhi! da berei con la vistal del cuore”; “Vecchio leone, I quante battaglie hai combattutoI quanti pericoli hai affrontatol e adesso? I Nessuno nella forestal si accorge della tua finel … 1″; “.. ./ Anche i bambini persero I la voglia di giocare, né scherzi, né risate I solo l’angosciai di non poter fuggire / … I”.
Breve ma densa, la scrittura poetica di Matilde Contino, a volte, sembra imporsi con l’incisiva e tagliente leggerezza dell’espressione aforistica o, come ha osservato Ida Rampolla, con l’agilità e il salto degli Hai-Kai giapponesi.
Fresche sono le immagini del metaphorein che mediano l’indeterminabile complessità del “reale” vissuto, pensato e filtrato nell’estetico della logica sensoriale rappresentativa o solo immaginata.
Se la vita è della stessa sostanza delle ombre e dei sogni, come più di un poeta ha detto, la poesia della Contino, anche in quest’ultima tensione poetica, può esserne lo specchio più fedele e infedele al tempo stesso. Come nei sogni, infatti, nei testi di Matilde si emigra da un’assenza presente ad un’altra presenza assente che rimanda altrove, come i sogni che si riallacciano in una continuità di cui non è né facile né possibile rintracciare gli inizi e la regolarità.
Antonino Contiliano
Da “Spiragli”, anno IX, n.2, 1997, pag. 62.
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