Fare educazione raccontando storie e sfruttandone il potenziale pedagogico, catturando i ragazzi (e non solo i ragazzi) in una rete di vicende immaginarie che diventano specchio della vita quotidiana. Questo sicuramente l’obiettivo felicemente raggiunto da Piero Greco, studioso di problemi sociali, pedagogici e didattici, nonché fecondo narratore e saggista, nel suo ultimo lavoro letterario. In questi racconti l’istanza di un’attenta ricerca socio-pedagogica è sempre presente e costituisce il filo conduttore del tessuto narrativo. L’autore mette in atto la sua lunga esperienza maturata a contatto coi giovani di ogni età, dalle elementari al liceo, all’università, fino al difficile inserimento nel mondo del lavoro.
I racconti nascono per caso, in modo estemporaneo, dapprima in forma verbale,
poi scritta, in seguito a dibattiti spontanei con i ragazzi. Questo è sicuramente uno dei motivi per cui i racconti inducono il lettore ad una spontanea revisione e consapevolezza critica sul vissuto. Un viaggio inteso come fondamentale simbolo di crescita. Una scrittura che porta lontano, che affabula e fa pensare, e fa anche commuovere.
Un vero percorso sull’importanza delle passioni, dalle più piccole e quotidiane alle più importanti, per trovare un significato nella costruzione della propria crescita. Incontriamo, infatti, i personaggi più vari, figure di una umanità defilata e senza pretese che emergono raccontandoci, nei fatti, una possibilità diversa di stare al mondo. Personaggi ritratti e raccontati con disincantata ironia, creati per divertire ma anche per indurci a riflettere.
Ritroviamo quella ben nota scoperta sensualità esistenziale, non priva di sottile ironia e di affettuosa adesione, la capacità di cogliere il messaggio della natura, i suoi colori, i profumi, gli afrori, e anche piccole cose futili che danno il piacere della lettura.
Dora Maran
Da “Spiragli”, anno XVIII, n.1, 2006, pagg. 56-57.
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