Io so la solitudine.
È piccolina, fatta come me,
gracile, triste
e fuma tutte le malinconie
che chiunque da sempre abbia fumato.
Fa poesia ispirata
al Modernismo senza usar l’inglese
come Gonçalves Dias . ..
È vagabonda come Baudelaire,
beve la moltitudine in un sorso
ubriacandosi alla perdizione
per non smettere mai
d’ essere l’ubriaca prediletta
delle taverne con le porte aperte
a tutti.
lo so la solitudine . ..
È la coscienza,
il rifugio, la chiave d’ogni porta
che custodisce
il segreto di essere così. ..
Essa non è mai morta
dentro di chi non è già morto prima.
Wanda Cristina Cunha
Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pag. 43.
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