Intorno a me si scheggia una granata
di ricordi che sanguinano
e bruciano la pelle,
s’ infilano nei pori
sino al midollo:
ma chi ha cambiato
quest’angolo di strada
dove ho fatto o non fatto
quel che volevo?
La nostalgia mi dà una stretta al petto:
la vita
poteva andare per un altro verso …
senza cambiare il mondo.
Dei miei amici
uno è uscito di senno
l’altro si è dato all’alcool
e il terzo non si sa dov’è finito
da quando la sua donna l’ha lasciato.
E quelle fanciulline così linde
che suonavano il piano
ora saranno sfatte più di me:
una si sposò tardi
l’ altra per sbaglio
la terza non riuscì a sposarsi affatto
e sta a suonare ancora
il pianoforte,
le mani a carezzare la tastiera
bianca e nera.
È come se da anni mi aspettasse:
mi invita
a prendere un caffè,
caffè e biscotti …
Qui ha fermato il tempo l’orologio,
c’è un buco
nel muro, che nessuno
ha riparato.
Levi Bucalem Ferrari
(Trad. di Renzo Mazzone)
Da “Spiragli”, anno XX n.1, 2008, pagg. 50.
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