SALVATORE ZARCONE, LA COSCIENZA MALATA (GIUSEPPE ANTONIO BORGESE), PALERMO, ANNALI DELLA FACOLTÀ DI LETTERE E FILOSOFIA DDELL’UNIVERSITÀ, 1985, PAGG. 221.

Questo saggio critico contribuisce notevolmente a far meglio conoscere la figura e l’opera di Giuseppe Antonio Borgese, che tanto rilievo ebbe nel suo tempo. Ma non solo. Zarcone gli riconosce il merito di avere enormemente contribuito a svecchiare la cultura italiana, aprendola all’Europa e al mondo. 

Salvatore Zarcone si rivela un abile indagatore, riuscendo a cogliere nel segno lo scrittore, il suo spessore e l’incidenza che tuttora ha nella cultura e nella letteratura dei nostri giorni. 

Per fare questo, il critico passa in rassegna la grande mole di scritti di Borgese (e su Borgese), e vi si sofferma per costruire tutto il mosaico di idee che furono del Polizzano, a partire dalle prime opere, fino alle Poesie, ai romanzi e ai drammi. Unico filo conduttore: la “costruzione” dell’Uomo. 

Il libro, La coscienza malata (Giuseppe Antonio Borgese), suddiviso in tre parti (1.- Borgese e la “crisi” primonovecentesca; II- Tra sradicamento e sperimentazione: le “Poesie”; III.L’Ottocento “edificante”), ripercorre le tappe del viaggio umano e artistico di Borgese, tappe ricostruite con competenza ed acume critico che, vuoi o no, rimandano il lettore a leggere ed apprezzare l’opera di questo siciliano che seppe imporsi con la sua presenza variegata e aperta alla modernità. 

Ugo Carruba

Da “Spiragli”, anno XIV, n.1, 1999 – 2002, pag. 61.