Il libro di Wanda Rabita: The Magic Bag, propedeutico all’ insegnamento della lingua inglese e alla padronanza lessicale di quella italiana nella scuola dell’infanzia, ha un suo grande pregio, quello di andare intelligentemente controcorrente per le tematiche affrontate, quello di lanciare una sfida a favore di un’innocenza tradita!
Un piccolo libro per un bimbo negato dalla società dei disvalori, quella della violenza e delle guerre, negato dall’imposizione frequente dei beceri spettacoli televisivi, negato da un’industria dei giocattoli che lo vede acquirente passivo di giochi computerizzati che dilagano creando immagini di piccoli mostri, ibridi della natura. Un bimbo negato da un’industria cinematografica che lo vede spesso spettatore inerme e violato nel suo imprescindibile diritto alla vita ed alla serenità degli affetti e alla sperimentazione spontanea e all’assimilazione guidata, ma personale dei primi apprendimenti, capisaldi della sua futura cultura.
L’autrice nel presente media il passato, da quello più remoto a quello prossimo, e lo modula alla luce delle necessità del presente. Nel villaggio globale dello sperimentare ed esplorare, ritrova se mai ha avuto occasione di viverla, la solidarietà e un’affettività che la famiglia non gli nega, ritrova il rapporto uomo, natura, animali, secondo un equilibrio che suona armonia, armonia nel creato fra esseri viventi, ma soprattutto ritrova la fantasia, libera espressione di un io senza catene.
A compimento della lettura viene spontaneo chiedersi: è possibile che il bimbo d’oggi torni ad essere innocente? Si badi bene, innocente, non sprovveduto. La risposta la lascio all’ intelligenza, ma soprattutto al cuore dell’ adulto che lo mette al mondo, dandogli il grande dono della vita, dimentico però spesso di una profonda realtà, quella che dovrebbe vedere rispettate le stagioni, prime fra tutte quelle dell’esistenza di cui fa parte la più fragile e delicata: l’ infanzia. Splendida la veste tipografica corredata da immagini dai nitidi contorni e dai vividi colori.
Maria Angela Cacioppo
Da “Spiragli”, anno XVIII, n.1, 2006, pag. 61.
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