di Chen Xiao
(n. 1987, Hunan)
Questo è l’amore, o no?, quando ti trovi
davanti a un fiore che si sta schiudendo
e la bellezza o il giro d’un istante
basta
a darti il senso dell’appartenenza?
È dunque amore il fiore che si apre?
E tu domani tornerai a cercarlo,
il fiore, ad innaffiarlo,
se per te è amore quella nuova vita?
Sono piccole astuzie le sue luci
ed il tuo piede posa
su sfumature d’immaginazione . ..
Ora mi accade
di ritrovarrni nella mia illusione,
lunghi i capelli sciolti alla carezza
del vento,
e mi sembra che stiano scorrendo
come acqua le tue dita.
Se non è amore, allora il desiderio
di te sarà rinuncia?
Ho portato i miei passi sino a dove
tramonta il sole,
e il suo cammino incerto,
per sapere la meta.
Quando il tuo sguardo
illumina il mio viso
intento
io non posso non chiederti se credi
in noi o vuoi
solo allevare uccellini in gabbia.
Se la gabbia è invisibile, io spero
che gli occhi almeno sentano.
Al calare del sole, a luci spente,
ho fatto una scommessa con me stessa
ed umilmente dico: è tutto falso,
assurdo, e poi
la scena che rivedo ad occhi aperti
cala il sipario sulla mia sconfitta.
Forse era proprio quello che volevo . ..
Ma in gioco non avevo messo mai
il cuore, e onestamente
ti prego ora di stringermi al tuo petto,
perché è soltanto ciò che mi rimane.
Xiao Chen
Traduzione dalla lingua cinese di Veronica Ciolli, versione di Patricia Lolli e Renzo Mazzone.
Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pagg. 38-39.
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