Il fascino delle immagini
Ho avuto l’occasione di conoscere Nicola Piazza pittore grazie ad una sua personale allestita a Marsala.
Figura di artista poliedrica per la varietà di tecniche usate, si è formato, giorno dopo giorno, da autodidatta, spinto da un costante coscienzioso lavoro, che ha maturato il suo talento pittorico, e dal bisogno interiore di imprimere su carta o su tela le emozioni e le impressioni quasi per voler fermare il tempo che passa inesorabile.
La pittura di Nicola Piazza non ha conosciuto soste, e i suoi lavori, esposti in numerose mostre, si trovano un po’ dovunque. Basta considerare tutta la sua produzione artistica per renderci conto e intuire che il bello da sempre costituisce la costante della sua ricerca pittorica.
Se, quindi, mi chiedessi una motivazione del lavoro del pittore Piazza, non potrei non cercarla in questa sua esigenza, quasi morbosa, di voler catturare la bellezza per renderla immune da ogni genere di deterioramento. Se è questo – come è vero – il motivo, diciamo che il pittore ha colto il giusto significato dell’arte, che non è fine a se stessa.
Un quadro, un brano musicale, un qualsiasi componimento, rappresentano piccoli punti di partenza, trampolini di lancio, per mezzo dei quali l’uomo recupera il meglio di sé e lo proietta nel futuro. Poiché il presente è incerto, si ha bisogno di queste spinte per uscire dallo stato di crisi in cui facilmente si è portati a cadere. Per questo, conveniamo con lui, quando, parlando della sua pittura che sviluppa un’ampia tematica, dice che non è settoriale.
Piazza preferisce essere libero da condizionamenti di ogni genere o stereotipi vari, libero di catturare le emozioni, le sensazioni o le impressioni che, avvincenti e seducenti, accendono il fuoco creativo, per cui l’arte si fa vita, movimento e, perché no, anche staticità.
Chi guarda i suoi quadri rimane colpito dalla varietà dei temi affrontati, che, mettendo in rilievo i motivi ispiratori, ci riportano alla Sicilia autentica, intrisa di storia millenaria.
La sicilianità è ancora più evidente e forte nei lavori il cui soggetto è il riccio, elemento che lo distingue e lo rende noto al di fuori della Sicilia, poiché esso è assunto a suo simbolo e firma. Egli, dopo averne fatto uno studio attento, lo ripropone mischiato più volte a nature morte, a paesaggi anche surreali, a composizioni.
Paesaggi ericini, saline, lo Stagnone, nature morte, composizioni varie, e tanti altri temi che non si riferiscono alla Sicilia, come case e strade romane, per citarne uno, costituiscono il variegato mondo pittorico di Nicola Piazza. Su tutti, però, la natura ha la parte del leone e la nostra impressione è che il pittore voglia quasi preservarla, se non altro, nei suoi aspetti più belli, dal tempo e dalle insidie quotidiane che l’uomo di oggi le tende.
La natura esplode nei colori con luci smaglianti e con contrasti che concorrono, grazie alla forte capacità comunicativa del pittore, a lanciare messaggi mirati e precisi. Cosi, la pittura del Nostro è accessibile a tutti e di facile lettura; è pittura al servizio dell’uomo e, per questo, riesce formativa più di quanto non possa sembrare. Questo spiega il motivo per cui il pittore, pur conoscendo varie tecniche, rifugge dal complicato, non ammette il cervellotico e sua dote peculiare e talento di artista è la semplicità.
I suoi lavori pittorici spaziano dal reale al surreale e, potremmo dire, dallo statico (fermando sulla tela il tempo che passa con un volto di donna), al dinamico. In “Cavalli in corsa”, ad esempio, le linee e i tratteggi acquistano un’armoniosa eleganza: in “Tramonto – Fuoco sulla città”, una rossa fiamma sembra piombare sulla città, illuminandola e al tempo stesso bruciandola; mentre in “Barche in ormeggio”, le barche, che ondeggiano, sembrano sospese tra l’azzurro chiaro del mare e del cielo e creano un effetto bello di luci e di colori.
Non ci stancheremo di ammirare “Giovane mediterranea”, eseguita con tecnica ad acquerello: gli occhi fissi nel vuoto, persi nel travaglio esistenziale, esprimono una drammaticità sofferta di donna innamorata, in cui evidente è anche il forte attaccamento alla terra delle sue origini, come testimoniano i limoni e la composizione su cui s’impone. La luminosità dei colori fa cornice a un volto che impersona la dolcezza: e la sua espressività, che simboleggia anche il candore e la purezza, permette al pittore di raggiungere un alto grado di poesia.
Allo stesso modo, la scelta dei colori, in “Paesaggio ericino”, sottolineando la cura rivolta ai pur piccoli dettagli, rende così minuziosamente riprodotto quel luogo che anche l’occhio più disattento può riconoscerlo e riviverlo; mentre lo straordinario gioco di colori, che domina incontrastato in “Tramonto – Fuoco sulla città”, raggiunge risultati veramente sorprendenti.
Ma come non restare colpiti dalla statica bellezza di “Vecchio cancello”, antico ingresso con cancello della Villa del Principino, che s’affaccia sullo Stagnone e guarda l’isola di Favignana? Il cancello aperto, che nasconde storie e vicende passate, si lascia ammirare nella sua staticità. L’occhio e la mente sono presi dal fascino che quella vista suscita e, proiettati nel passato, che sa anche di mistero, vorrebbero andare oltre quella soglia per conoscere, per fermare e per meglio imprimere quel luogo e farlo proprio.
Questi pochi esempi non possono che confermare ciò che abbiamo detto prima e, cioè, quanto sia variegato e ricco il mondo pittorico di Nicola Piazza, che. servendosi di varie tecniche (da quella mista a quella della sedimentazione o al semplice acquerello. in cui è maestro) e utilizzando particolari accorgimenti. ferma immagini che parlano direttamente al cuore e alla sensibilità di ciascuno di noi. E l’uomo rimane toccato, scosso, ammirato, perché quelle immagini gli dicono il suo mondo, lo inducono al ricordo e lo fanno pensare. Chi le vede per la prima volta resta stupito per la loro solarità e luminosità che danno un tocco particolare a tutto ciò che il pittore compone e ricrea. In ogni caso, egli raggiunge il suo scopo, soffermando lo sguardo di tutti per coinvolgerli in quel mondo che gli appartiene.
“Capo Boeo” ci offre un esempio di sedimentazione (tecnica mista su base fotografica), dove notiamo un mare surreale in cui i colori si alternano, in modo brusco, passando dal bianco-azzurro al nero. Qui i “ricci”, quasi isolandosi dal contesto, ci riportano alla mediterraneità propria di questa terra.
Il visitatore della mostra, attento o meno, intenditore o profano, viene, comunque, colpito dalla pittura di Nicola Piazza. Anche se, come già abbiamo avuto modo di notare, i paesaggi impressionano più di ogni altra cosa per l’attenzione riservata ai colori e ai dettagli, che rendono il quadro come un blocco di immagini tese a fermare lo scorrere incessante del tempo, al pittore Piazza riconosco la capacità di volere forzatamente imprimere su carta o su tela tutto ciò che gli è caro per la paura di darlo al passato e di perderlo. Così la sua arte assolve ad un compito ben preciso, preservando ed educando al rispetto della vita e delle cose che ce la rendono bella.
Maria Vigliano
Da “Spiragli”, anno VIII, n.1, 1996, pagg. 27-29.