L’aratro a chiodo
è appeso nel mio cuore.
Non trema più
sotto il robusto carro
il lume,
sulle trazzere solitarie
delle nostre contrade.
O dolce canto
nenia
lamento d’amore
sospirato
sul metallico fruscìo
del pizzicato
scacciator di pensieri.
E il mulo
torna all’usato solco
senza guida,
schiavo
del lavoro
e del tempo.
Gaetano Trainito
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