VINCENZO MESSINA, Con rispetto spar- lando, Ila Palma, Palermo, 2006.

 Un libro sconsigliato dall’autore, che si consiglia come diversivo 

Con rispetto sparlando è un esilarante spaccato di vita quotidiana, e lo stile del libro è già rivelato dalle due righe che arricchiscono la copertina: «Questo testo contiene espressioni dialettali scurrili e sgrammaticate. Se ne sconsiglia la lettura a chi è avvezzo a tuccarisilla c’a cammisa; frasi che sicuramente non introducono ad un’ opera arci filosofica e tediosa. L’ autore racconta con tresemplici episodi, tutti e tre ambientati in Sicilia, alcune caratteristiche che facilmente si possono riscontrare nella vita quotidiana. 

Il primo racconto si svolge a Palermo e il protagonista è lo stesso autore che decide volontariamente di imbarcarsi nel lungo e complicato percorso per ottenere la famosa placchetta «H»; non perché ne abbia realmente bisogno ma perché misteriosamente utile e potente. In chiave comica e satirica l’autore tratta il tema tristemente attuale del «tocca e fuggi » per ottenere ciò che si vuole pur non avendone diritto, e della estrema facilità di chi, pur non avendone diritto, riesce ad ottenere la misteriosa «H». 

Il secondo brano è ambientato a Pantelleria. Protagonisti un gruppo di musicisti palermitani che si imbarcano, nel senso letterale del termine, per l’isola per una notte … pantesca. Un transfer tristemente comico a causa di una serie di inconvenienti che attanagliano i musicisti siciliani. Anche qui, a mio parere, si mette in luce la tendenza, diffusa un po’ ovunque, di provare a fregare l’altro; soprattutto quando l’ altro non è della zona. 

Il terzo ed ultimo brano è un episodio tragi-comico che intreccia due realtà della vita maschile: la difficile convivenza tra il sesso maschile e quello femminile e la prostata. Particolarmente piacevole la conversazione tra il protagonista ed il medico, in cui le uscite in dialetto dell’ autore colorano ed aumentano la comicità della situazione. 

Consiglierei il testo ai siciliani ma non solo, grazie anche al «glossario» finale che spiega i coloriti ed appropriati termini dialettali utilizzati. 

Con rispetto sparlando è un libro che si legge d’un fiato, che diverte senza cadere nel banale e che, nello stesso tempo, fa riflettere su piccoli-grandi spunti che emergono dalla lettura. 

Elisa Fontana 

Da “Spiragli”, anno XXI n.1, 2009, pagg. 64-65.




SALVO LOMBARDO, La clandestina dell’Aldilà, Editrice Sicilander, Partinico, 2007.

Un nuovo romanzo, complesso da raccontare, ma coinvolgente da leggere. La sua storia è un pretesto per parlare dell’uomo, della sua vita distratta e sempre di fretta, della sua anima confusa dal frastuono della vita moderna. 

La protagonista del romanzo non è una persona in carne ed ossa, come il lettore si aspetterebbe, ma un Soffio Vitale, Habel in ebraico, che impersona il desiderio dell’uomo di dare un senso alla propria vita, di trovare il significato ultimo della propria esistenza. 

Il libro inizia con la risalita di Habel nell’Eden; espediente che permette all’autore di introdurre il lettore in questo mondo immaginario e di intrattenerlo sulla creazione del mondo, e sul disegno divino. Nella seconda parte Habel viene promossa ad Aghné, non più quindi semplice Soffio Vitale ma Anima completa, e le viene assegnata una missione sulla terra. In seguito a un imprevisto, l’Anima si trova a viaggiare, spinta dalla sua curiosità insaziabile, da clandestina sull’Arca delle Anime. Tutta questa parte è incentrata sul viaggio di Aghné, sui mondi che visita e le anime che conosce. Infine l’Anima, si incarna in una bambina e riesce a portare a termine in modo esemplare la sua missione terrena, l’Amore. La protagonista, prima come Soffio Vitale e poi come Anima, non smette mai di interrogarsi sul perché della vita. Infatti, sia i singolari personaggi incontrati che le esperienze vissute sono espedienti che le permettono di crescere, e giungere all’illuminazione. 

Il lettore, durante questo viaggio, rimane incantato non solo dalla descrizione degli scenari e dei colori, ma soprattutto dalla semplicità e spontaneità con cui vengono trattate tematiche forti e impegnati ve, come l’arroganza, l’amore e la pace. Il linguaggio usato da Salvo Lombardo è semplice, ed emotivamente intrigante tanto da invitarti a leggere d’un fiato l’intero romanzo; ma soprattutto è da notare la fanciullesca ed incantata descrizione dell’ambiente onirico circostante che, attraverso l’emozione e la suggestione dell’ Anima-protagonista, meraviglia anche il lettore. Questo finisce per riflettere ed interrogarsi sulla vita e sui suoi valori. 

L’odissea di quest’ Anima è un misto di fantasia e realtà, sensazioni immaginarie ed altre realmente esperite nei numerosi viaggi di documentazione che, Salvo Lombardo ha compiuto, a supporto della della credibilità del racconto. 

Lisa Fontana

Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pag. 62.




SALVATORE GIULIANO, Corrado Ursi, l’Uomo dell’Amen e dell’Alleluja, collana «Memorie / Testimonianze», Ila Palma, Palermo, 2007.

 Una nuova figura esemplare dell’apostolato cattolico in Italia 

Salvatore Giuliano è riuscito a fotografare la figura del cardinale Ursi e la sua eroica azione pastorale, l’uomo che è stato promotore di una novità assoluta per il suo tempo: infatti, seguendo l’esempio di papa Giovanni XXIII e Paolo VI, convocò, nel 30° Sinodo, non solo i religiosi ma anche rappresentanti del mondo laico, risvegliando l’interesse della comunità cristiana tutta. 

Per la documentazione del testo, Salvatore Giuliano ha utilizzato come fonti gli scritti lasciati dal cardinale alla diocesi, oltre i molteplici articoli, i lavori accademici e le testimonianze orali. Ovviamente, come lo stesso autore afferma, Corrado Ursi non ha mai avuto l’intenzione di creare un manuale di teologia, quindi gli scritti sono sempre da intercalare con le sue azioni pratiche. 

Dopo una motivata prefazione del cardinale Crescenzio Sepe, successore di Ursi nella cattedra di S. Aspreno, il testo si divide in due parti. Nella prima si delinea il profilo umano e spirituale del cardinale, con la descrizione dei passaggi principali: la formazione, il ministero di rettore, l’episcopato e l’esperienza del Concilio Vaticano II. La seconda parte è dedicata all’ illustrazione dei tre pilastri del programma pastorale dell’arcivescovo di Napoli. Si può quindi suddividere in tre sezioni. La prima dedicata alla Cristologia pasquale, che si concretizza nell’eucaristia. La seconda relativa all’Ecclesiologia pastorale, centrata sul vivere intensamente il momento «della tenda», ossia la comunione eucaristica, per poi diventare Chiesa <<della strada», impegnata nell’aiuto missionario. La terza incentrata sulla Teologia ecumenica, con cui il cardinale Ursi riuscì a creare un clima di fiducia tra le confessioni cristiane di Napoli. Per lui la fede in Cristo è fede nella Chiesa, in quanto la comunità dei credenti è soggetto di fede. 

Don Giuliano usa, nel suo testo, un linguaggio lineare, che permette al lettore di crearsi un’immagine completa del cardinale Ursi, con la vita esemplare e il corredo delle sue rilevanti attività sociali, che ne santificano la figura. 

Lisa Fontana

Da “Spiragli”, anno XX n.1, 2008, pag. 59.




LUIGI PIAZZA, Identità e turismo. Città di costa lineari italiane, collana «Progetto e Architettura», Ila Palma, Palermo 2008.

 Trasmutazioni dell’identità territoriale e architettura 

Il libro tratta il difficile rapporto tra il fenomeno del turismo di massa ed il mutare dell’Identità locale dei luoghi che esso attraversa, con una particolare attenzione ai sistemi urbani lineari costieri italiani inseriti in un contesto più ampio del fenomeno di antropizzazione delle coste del bacino del Mediterraneo. 

Con una metodologia comparativa e con il ricorso al confronto continuo di dati omogenei, si è analizzato il complesso dei fenomeni di interazione tra insediamenti turistici e territorio ed identità locale, sviluppando in maniera più approfondita l’analisi, come caso studio, di una realtà urbana, quale quella di Cefalù, che ha subito profonde modificazioni urbanistiche, territoriali e sociali, nel suo contatto con i flussi turistici internazionali. 

La tesi, che rimane in subordine e che aleggia in secondo piano, è che il depauperamento dell’aspetto paesaggistico e le modificazioni del territorio della fascia costiera non sono connessi direttamente con l’insediamento urbano, purché questo sia preordinato in un piano che, tenendo conto degli aspetti ambientali, geo-morfologici del luogo, sia teso a realizzare un rapporto simbiotico tra natura e artificio. 

Il ruolo del progetto di architettura in un contesto di fenomeni e di scale così ampio è questione non secondaria, che rimane sullo sfondo e che si è cercato di sviluppare attraverso l’esame di alcuni progetti di intervento sul costruito, finalizzati a ridare una qualità al territorio degradato, e di nuove installazioni turistiche a ridosso della fascia costiera in un dialogo con l’elemento territoriale e paesaggistico pre-estitente teso a rafforzare le caratteristiche identitarie del luogo. 

La conclusione cui il testo perviene, che è anche la tesi che si voleva dimostrare, è che l’Architettura, quando non scade e si dequalifica in mera edilizia, non è mai antitetica alla qualità del paesaggio, anzi è lo strumento attraverso cui evidenziarne le peculiarità. 

Lisa Fontana

Da “Spiragli”, anno XX n.1, 2008, pagg. 56-57.




LUIGI PIAZZA, Identità e turismo. Città di costa lineari italiane, collana «Progetto e Architettura», Ila Palma, Palermo 2008.

Interazione tra insediamenti turistici ed esigenze ambientali 

Il libro tratta il difficile rapporto tra il fenomeno del turismo di massa e il mutare locale dei luoghi che esso attraversa, con una particolare attenzione ai sistemi urbani lineari costieri italiani inseriti in un contesto più ampio del fenomeno di antropizzazione delle coste del bacino del Mediterraneo. Con una metodologia di tipo comparativo e con il ricorso al confronto continuo di dati omogenei, si è analizzato il complesso dei fenomeni di interazione tra insediamenti turistici e territorio e identità locale, sviluppando in maniera più approfondita l’analisi, come caso di studio, di una realtà urbana, quale quella di Cefalù, che ha subito profonde modificazioni, urbanistiche, territoriali e sociali, nel suo contatto con i flussi turistici internazionali. 

La tesi, che rimane in subordine e che aleggia in secondo piano, è che il depauperamento dell’ aspetto paesaggistico e le modificazioni del territorio della fascia costiera non sono necessariamente direttamente connesse con l’insediamento urbano, purché questo sia progettato e preordinato in un piano che, tenendo conto degli aspetti ambivalenti, paesaggistici, geo-morfologici, sia teso a realizzare un rapporto simbiotico tra natura ed artificio. 

Il posto e il ruolo del progetto di architettura in un contesto di fenomeni e di scale così ampio è questione non secondaria, che rimane sullo sfondo e che si è cercato di sviluppare attraverso l’esame di alcuni progetti di intervento sul costruito, finalizzati a ridare una qualità al territorio degradato, e di nuove installazioni turistiche a ridosso della fascia costiera in un dialogo con l’elemento territoriale e paesaggistico preesistente teso a rafforzare le caratteristiche identitarie del luogo. 

La conclusione cui il testo perviene è che l’architettura, quando non scade e si dequalifica in mera edilizia, non è mai antitetica alla qualità del paesaggio, anzi è lo strumento attraverso cui evidenziarne ed amplificarne le peculiarità. 

Elisa Fontana

Da “Spiragli”, anno XXI n.1, 2009, pag. 57.




LUCIO ZINNA, Il mondo narrativo di Lu- ciano Domanti, collana «Profili », Ila Palma, Palermo, 2008.

Profilo di uno scrittore siciliano che ci ha dato pagine esemplari 

Il libro di Lucio Zinna, così come lascia intuire lo stesso titolo, è interamente dedicato allo scrittore, nato a Castronovo, in Sicilia, dove ha trascorso parte dell’adolescenza con i nonni, che hanno svolto un ruolo importante nella formazione dell’autore, così come la sua terra natale. 

Il libro si divide in due parti. Nella prima si introduce Luciano Domanti, le sue opere ed il suo genio artistico; nella seconda si raccolgono diversi brani di critica sui suoi racconti. Entrambe le sezioni sono estremamente interessanti. Permettono infatti, rispettivamente, di avere un panorama completo sul mondo dello scrittore e inoltre, diremmo, di toccare con mano singolarmente i suoi libri, facendo quasi un salto all’interno delle varie storie tramite i testi della critica. 

Si parla così de Gli occhi di poi, silloge di racconti che descrive la sua esperienza da giornalista, anzi addetto stampa della Presidenza della Regione Siciliana, che permette al lettore di immergersi in una vita di incontri tra pubblico e privato, conditi con il sale raffinato di una fantasia sbrigliata che sa rendere personaggi significativi persone a volte scialbe. 

Prima c’era stato Il cerimoniale, un manuale anzi una guida veramente preziosa, sulle norme che regolano le relazioni tra enti ed organi pubblici. Il libro non è esclusivamente un’elencazione di regole ma è arricchito e reso coinvolgente da descrizioni di ricevimenti, colazioni e pranzi ufficiali. 

Continuiamo con Che mafia quella mafia, in cui protagonista è la comunità di Castronovo coi suoi personaggi che rivelano l’animo di una popolazione e l’estro dell’ autore. Da notare come, anche se il titolo lo lascia pensare, il tema non sia la mafia della cronaca nera, tanto che la parola in sé è pronunciata raramente all’interno di tutta l’opera. 

Seguirà, più tardi, come l’autore stesso dirà, nel sottotitolo, «dietro le quinte del Palazzo», l’umoroso e, perché no?, alquanto umoristico Buongiorno Presidente, che narra episodi, edificanti o meno, dei primi governanti siciliani della Regione autonoma. 

Finiamo, giusto per citare i principali libri, con La luna di Serradifalco, che tratta di una storia reale ambientata in un luogo altrettanto reale. Lo scritto riconduce al tema dell’emigrazione interna, dal Sud al Nord d’Italia, precisamente a Prato, la zona forse più laboriosa della Toscana e così ci troviamo di fronte al solito stereòtipo che il siciliano buono si trascina a causa di quello malvagio: la solita equazione sicilianomafioso. 

L’estro e la genialità di Luciano Donanti ha fatto sì che venga collocato insieme ai grandi della letteratura siciliana come Verga, Sciascia e Deledda. Nelle sue opere non mancano le allusioni, se pur indirette, a questi autori. Ne La luna di Serradifalco domina il detto Cu nesci arrinesci ossia «chi esce riesce», vendicando il fallimento di ‘Ntoni di Padron ‘Ntoni dei Malavoglia; si fa riferimento ad una presunta presenza mafiosa, poi effettivamente assente, che supera Sciascia; si richiama Ciulà di Pirandello e così via. 

Luciano Donanti, aggiungerei meritatamente, ha vinto il Premio «Campofranco» ed ha ottenuto una targa al merito letterario dall’ Assessorato Cultura della Provincia di Palermo. 

Elisa Fontana 

Da “Spiragli”, anno XXI n.1, 2009, pagg. 62-63.




GIUSEPPE BARBACCIA, La comunità cosmopolitica, Studi e ricerche di Scienze politiche, Ila Palma – Athena, Palermo, 2007.

 La comunità cosmopolitica di Giuseppe Barbaccia è un originale testo filosofico-politico. Iniziando con un approfondito excursus sulle tendenze cosmopolitiche, a partire dal VI secolo a.C., l’autore finisce per delineare un quadro completo delle caratteristiche e delle necessità di una comunità cosmopolitica; passando per Cicerone, Leibniz, Kant, Habermas e la nascita dell’O.N.U., solo per citare alcuni passaggi, l’autore arriva ai nostri giorni, in cui ad una integrazione (sociale, culturale ed economica) cosmopolitica deve corrispondere un’altrettanto adatta struttura, basata sulla democrazia e con appositi poteri e strutture operative. 

Fondamentale per lo scopo è l’O.N.U. che, però, secondo Barbaccia, deve superare le sovranità statali per giungere ad essere unitaria ed universale. 

Il tema è complesso e non fruibile da tutti, ma l’autore lo tratta in modo chiaro e lineare, tale da renderlo adatto a tutti i lettori interessati a questo attuale e fondamentale argomento, che ci riserviamo di trattare ampiamente. 

Lisa Fontana

Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pag. 57.