Ricerche di storia e letteratura tra costume e cultura
La moda è un intreccio continuo dell’evolversi della storia delle idee e quella del pensiero economico. Protezione, pudore, ornamento, sono le tre motivazioni principali del vestirsi che si inseriscono in un sistema di immagine di sé e di coinvolgente emozione. Ci si chiede: che cosa trasmette la moda? Trasmette la funzione identità, seduzione, vitalità, eleganza, comunicazione. Con il predominio della cultura positivista si sviluppa un approccio sistematico al problema nel campo sociologico.
A. Spencer interpreta il fenomeno della moda all’interno del complesso di norme che concernono i rapporti tra classi superiori e inferiori; il sociologo R. Barthes propone un parallelo tra 1’analisi della moda e la linguistica, riprendendo la differenza postulata da F. de Saussure tra langue e parole. Un campo di approccio, questo, affrontato in modo articolato dalla scrittrice Cristina Giorcelli, professore ordinario di Letteratura americana all’Università di Roma Tre, curatrice della serie di ricerche di storia letteraria e culturale Abito e identità.
L’intera opera è cosparsa di originali osservazioni sui significati sociali del1’abbigliamento e del costume. Un lavoro di estremo interesse, uno studio sul rapporto tra abito e identità sociale, in un percorso orientato a considerare il vestimento come scrittura di storie. Si inizia da un’analisi storica del tema che evidenzia come la moda sia parte integrante non solo del nostro apparire ma anche dell’ essere. Vestirsi vuol dire parlare un linguaggio stratificato, un alfabeto di segni di cui il corpo si ricopre: abiti, accessori, tracce sulla pelle, maquillage, acconciature… Valori sociali, funzioni rituali, generi e non generi sessuali si ritrovano in questo gergo antichissimo.
Eppure all’origine del vestire come pratica quotidiana, all’ origine del gesto più massificato si nasconde un comportamento archetipico che consiste nel tra-vestire, nel mascherare, nello scrivere il corpo e sul corpo. Per secoli 1’abito ha cercato di consolare coloro il cui apparire non dava testimonianza del loro essere o ha tentato di dissuadere chi progettava di sostituire, con 1’apparire, un diverso essere.
I saggi del presente volume indagano il problema abito/identità attraverso interventi che si riferiscono alle culture statunitense, algerina e italiana in un’epoca che va dalla metà dell’Ottocento ai giorni nostri, in generi diversi, come il romanzo e il racconto, e fuori dalla letteratura, in ambiti specifici come i fumetti, la sociologia, la psicoanalisi e la filosofia. Un rapporto, o meglio una interconnessione tra abito e identità che sfiora le categorie del pensiero metafisico. Infatti, tematizzando la questione dei sentimenti e affrontando il complesso rapporto che si instaura tra una identità che muta e insieme non muta nel tempo, si fa dinamicità e staticità, cambiamento e ricordo, metamorfosi e riconoscibilità, sia testuale e tessile, sia individuale e sociale. Il cambiamento costante caratterizza il fenomeno della moda, ma a differenza del cambiamento insito nella modernità, esso nella moda è irrazionale, è il cambiamento per il puro cambiamento. Il multiforme e poliglotta universo semantico vestimentario, che si forma e si riforma senza sosta, nel momento in cui l’abito incontra il corpo, costruendo una struttura di senso e, perciò, oggetto del desiderio.
Eb l’identità, comunque, il concetto che emerge costantemente. Lo ritroviamo già nel capitolo iniziale dedicato ad una definizione esaustiva del fenomeno moda. Di notevole interesse anche il paragrafo relativo al rapporto corpo-moda, che va letto ancora alla luce del concetto di identità, posto che noi cerchiamo la nostra identità nel corpo e gli abiti ne sono l’immediata prosecuzione.
Questo VII volume raccoglie saggi di Nello Barile (docente di Sociologia alla «Sapienza»), Mariapia Bobbioni (docente di Psicanalisi alla «Domus Academy», Milano), Vittoria C. Caratozzolo (docente di Storia della moda alla «Sapienza »), Paola Colaiacomo (ordinario di Letteratura inglese alla «Sapienza»), Emory Elliot (ordinario di Inglese all’Università di Riverside California), Agnès Derail-Imbert (docente a’ «La Sorbonne», Paris IV), Michel Imbert (docente all’Università «Diderot», Paris VII), Dominique Marçais (prof. emerito dell’Università di Orléans), Guillermo Mariotto (direttore artistico della «Maison Gattinoni»), Bruno Monfort (ordinario di Letteratura americana all’Università di Lille II), Paula Rabinowitz (ordinario di Cultura americana all’Università di Minnesota), Viola Saches (già docente all’Università di Paris VIII), Cristina Scatamacchia (prof. associato di Storia americana all’Università di Perugia), Sina Vatampour (docente all’Università di Lille III).
Maria Angela Cacioppo
Da “Spiragli”, anno XIX, n.1, 2007, pagg. 53-54.