10 anni di militanza poetica 

I Tizzoniani nella vita e nell’arte (a cura di A. Arcifa), suppl. de «Il Tizzone», Rieti, A. X, n. l, marzo 1989. 

Vorrei mettere tra le mani di tutti quelli che sono interessati alla poesia, non alla paludata poesia dei poeti «laureati» ma alla poesia che scaturisce in mille fonti nel nostro Paese, questa antologia dei collaboratori di «IL TIZZONE» di Rieti, pubblicata nel decennale della Rivista. 

Vorrei vederli a contatto con gli autori che il curatore, Alfio Arcifa, con immensa pazienza e attenzione ci presenta, ad uno ad uno, fornendoci la data di nascita,1’indirizzo e una breve bibliografia: spesso, e opportunamente, le brevi, telegrafiche annotazioni critiche sono tratte dalle stesse autopresentazioni degli autori. 

Il curatore è pienamente consapevole delle difficoltà che oggettivamente scaturiscono nel costruire un volume in cui sono «raggruppati, in rigoroso ordine alfabetico per autore, scritti di vario genere e di varia natura, dalla poesia alla prosa d’arte, dalla novella o racconto al saggio critico, dall’articolo di informazione alla cronaca; ognuno, insomma, che ha voluto figurare in questo volume è presente con qualcosa di proprio…» (dalla Presentazione p. 7). Ed aggiunge, a doveroso chiarimento ed indirizzo del lettore: «Non è nemmeno un’antologia, anche se di questa ha le caratteristiche formali, ma una miscellanea d’idee e di sentimenti, d’impegni e di spirituali intenti, di cose viste e fantasticate, di sogni e di intuizioni, di punti di vista e di osservazioni, di critiche e di scrupolose verità… ». 

Proprio perché «non è nemmeno un’antologia», mi sento di raccomandarne la lettura. La freschezza, la sincerità, le ingenuità a volte di queste autopresentazioni sono disarmanti e coinvolgenti ad un tempo. Le note che introducono i vari autori ci offrono uno spaccato interessantissimo delle scelte di vita di questi scrittori e fanno di questa «antologia. non solo un prezioso luogo di esperienze di lettura ma anche un documento fondamentale per elaborare un primo abbozzo di una indagine sugli «individui poetanti». 

Sono convinto che vale la pena richiamare, per frammenti, questo lampeggiare di critica e autocritica ed esperienze di vita nello scorrere degli autori, dei versi e delle pagine. Vado solo per accenni, lasciando ai lettori del volume di completare, se lor piace, l’opera. 

Le notazioni critiche che introducono ogni autore tendono ad individuare i caratteri essenziali, sottolineando a volte la giovinezza e l’esperienza breve, a volte la lunga militanza nel campo della scrittura e degli interventi culturali. 

Leggiamo così, ad esempio: «è poetessa d’istinto»; «donna di squisita sensibilità e di spontaneo istinto»; «coltiva la passione della poesia»; «coltiva (la poesia) con l’istintiva passione di chi ne è fortemente preso»; «la sua aspirazione deriva da moti e da sensazioni istintuali, da vibrazioni interiori profonde…»; «è poetessa di chiaro, fresco e spontaneo intuito, dalle schiette e suadenti immagini di breve e romantica fattura»; «da qualche tempo è stato preso dal divino fuoco della poesia ed ha cominciato a produrre i suoi spontanei versi». 

Qualcuno è molto più preciso e deciso. Un giovane ventiduenne, nativo di Siena «perito in telecomunicazioni, professa l’arte e fa il pizzaiolo», dice di sé: «…un tentativo impossibile: descrivere attraverso le parole un mondo invisibile, inconcepibile alla mente e quindi intraducibile per mezzo di vocali e consonanti. Esprimere l’inesprimibile. Cercare di fare ciò che non si può fare in nessun modo». 

Qualche altra ci stupisce, con i suoi risultati da Guiness dei primati: «Direttrice di scuola, diplomata in pianoforte… inizia la sua attività nel 1984… in soli 4 anni ha ottenuto ben 280 premi, di cui 30 premi assoluti». Ci gira quasi la testa a pensare a questa media indiavolata di un premio ogni cinque giorni e sette ore, circa. 

Abbiamo anche il «forbito conferenziere e fondatore del dimensionismo» e il «docente universitario specializzato in farmacia industriale» e il «dirigente di una grande Azienda Commerciale Nazionale. per il quale «La poesia è stata il suo amore segreto fin da ragazzo» e il tizio che si interessa di estetica e di oscologia e che pubblica il suo «Decalogo dell’estetica per valori» di cui, tanto per solleticare i palati di chi mi sta leggendo, cito il punto 3: «Per il problema estetico bisogna anche avere una larga conoscenza della problematica della ricerca della fenomenologia della conoscenza storica dell’essere». Non vorrei trascurare la «pluriaccademica», nata nel 1903 e residente a Napoli, che «ha speso tutta una vita per la famiglia, l’insegnamento e la poesia dimostrando di avere spesso doti di equilibrio, di squisita intelligenza e di sentimento in tutti i campi, specie in quelli che le sono particolannente congeniali». 

Un altro aspetto interessante che contribuisce ulteriormente a qualificare questa antologia dei «Tizzoniani» come un valido spaccato degli italici produttori di versi è la dislocazione geografica degli autori: da Palermo a Sondrio, tutta l’Italia è presente a conferma che il lavoro decennale di Alfio Arcifa ha suscitato fiducia e scambi culturali ben al di là dell’ambito regionale, in cui, tra l’altro, egregiamente opera. 

Giovanni Lombardo 

Da “Spiragli”, anno II, n.1, 1990, pagg. 70-72.

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