G. Garcia Marquez, Il generale nel suo labirinto (trad. di A. Morino), Milano, Mondadori, 1989, pagg. 287.
Simon Bolivar, il leggendario Liberador dei Paesi latino-americani, rivive nei suoi giorni terreni in questo stupendo libro di G. Garcia Marquez, Il generale nel suo labirinto.
Se lo scopo era quello di darci un ritratto umano di Bolivar, Marquez è riuscito brillantemente nel suo intento.
Lo scrittore ci narra l’ultimo viaggio di Bolivar, abbandonato il potere, e seguito da un gruppo di fidati, da Santa Fé de Bogotà a Santa Marta, nel Venezuela, dove morirà, sfibrato dagli acciacchi e dalle malattie, nella villa di San Pedro Alejandrino il 17 dicembre del 1830.
Un viaggio breve (era iniziato 1’8 maggio dello stesso anno), un labirinto senza alcuna possibilità di scampo, nel quale il protagonista, uscito dall’alone mitico che lo aveva sempre circondato, quasi per un miracolo della penna di Marquez, ci si presenta umanamente umano, con i suoi ardori, le sue debolezze, i suoi amori, le sue nostalgie.
Un romanzo avvincente, sul filo della storia, piacevole, vuoi per la capacità creativa che per i luoghi in cui si svolge l’azione e, soprattutto, per l’immagine nuova del leggendario Bolivar, lontano dai rumori del palazzo e spesso solo con se stesso, in balia dei ricordi che lo agitano e non lo lasciano in pace.
Da “Spiragli”, anno II, n.1, 1990, pag. 73.