Tre racconti fra il reale e il fantastico questi che Lucio Zinna ci offre in Trittico clandestino, di facile lettura.
Apparentemente a sé stanti, i tre racconti («Tra inverno e primavera», «Dal ”Trinacria” al “Rotoli”, «L’uomo cane») presentano tante affinità, per cui, a lettura avvenuta, il lettore è portato a considerarli come tre risvolti di una stessa tela; la vita o, meglio, la quotidianità della vita che spesso riserva incongruenze e misteri di cui, pur essendo i protagonisti, non sempre veniamo a capo, sicché ce li portiamo dietro come tanti fili d’Arianna che sistematicamente avviluppano e sovrastano l’umana esistenza.
Quella che particolarmente colpisce è la dolce, diafana figura di Letizia che Zinna poeta in modo magistrale tratteggia nel primo racconto: una soave figura di donna che casualmente compare per immergerci nel sogno e scomparire così come è venuta.
Trittico clandestino è un esempio di scrittura che convince e dobbiamo essere grati all’Autore per averci offerto alcuni momenti di serena evasione.
Ugo Carruba
Da “Spiragli”, anno III, n.1, 1991, pag. 61
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