Oggi che la televisione invade le case senza lasciare alcuno spazio al dialogo e alla conversazione, sembra un fiore fuori tempo un libro come questo: Il Favoliere. Cucù e le sue storie di M. Scamardo e Sara Riolo, con disegni di G. Salvia. Per questo si accoglie con piacere e va diffuso e fatto conoscere.
Sono favole calate per lo più nella realtà e nell’ambiente montano palermitano, ma non mancano quelle ambientate in altre zone del mondo. Quello che è importante è che i personaggi sono cosmopoliti, nel senso che da buoni cittadini del mondo, dicono dell’uomo e fanno di tutto per avvicinarlo al senso umano della
vita, facendolo riflettere su fatti e situazioni che succedono dovunque. Si legga la prima, tanto per citarne una, «Cucù e il giardino dei sentimenti», o «Il castagneto
degli gnomi», sono favole che recuperano il rispetto per gli altri, il giusto peso che va dato agli uomini e alle cose che spesso non comportano grandi impegni e sacrifici, eppure basta poco per fare felici gli altri e vivere in armonia con il prossimo. Che è quello che ci vuole perché predomini la pace e il bene.
Ugo Carruba
Da “Spiragli”, anno XVI, n.1, 2005, pagg. 46-47.
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