AD UN AMICO 

 A volte cammino a fatica 
negli ardui percorsi dell’ esistenza 
sono bui e pieni di pericoli che sento 
brancolare, 
avverto ululati di anjme inquiete, 
e striduli lamenti, 
avverto simboli, una volta significanti , 
ormai consumati 
dall’usura epocale, e immagini 
ben confezionate dal crudele presente 
il mio sentire si incupisce 
e gela il fluido delle scarne vene 
mi adagio allora su irti muri 
e a stento continuo il folle 
cammino; dove sono diretta? chi potrà 
offrirmi passaggio 
verso i limpidi e tersi cieli di Venere? 
chi mai oserà 
sfiorare la mia mano 
con placida carezza che avvolge 
e rigenera? qual mai presenza mi darà 
la definizione di insieme? 
Sei tu AM1CO e compagno a condividere 
con me la lotta contro 
lancinanti incubi e pressanti incertezze 
in questa dimensione 
non fantastica ma paradossalmente vera, 
tu porti con te 
l’arma coraggio, tu trovi sempre 
erba medica per le mie ferite 
e mi doni nuova salvezza, 
rendi tutto questo 
vivibile e mi dai la forza di compiere 
sempre l’ultimo passo vespertino 
prima del consueto riposo umano 
grazie per essere con me, 
in questo viaggio altalenante 
qui, ora e per sempre. 

Daniela Scimeca

Da “Spiragli”, anno XX n.1, 2008, pag. 46.