F. Monaco, Ma perché scrivono? (La lingua italiana devastata), Roma, E.I.L.E.S., 1987, pagg. 105.

 L’autore F. Monaco, giornalista, titolare anche di un’agenzia di stampa (Italia Notizie), con sede in Roma, è di quegli scrittori che possiamo definire, per molti -scomodo… 

Senza peli sulla lingua, e con coraggio, da 20 anni circa, sottopone al vaglio della sua critica pungente gli argomenti più disparati, tutti, però, riconducibili al filo conduttore di un costume sociale disinvolto e dai valori discutibili. Basta scrivere il solo titolo di alcuni suoi libri per rendercene conto: La buonanima dello Stivale, Il circo degli inconcludenti, Dizionario della mala repubblica, etc. 

Con il nuovo lavoro, Ma perché scrivono, è sotto accusa e sotto tiro la leggerezza con cui viene usata la lingua italiana a tutti i livelli e in tutti i settori, senza rispetto alcuno per la grammatica, la sintassi e il buon senso. Dall’indice si capisce che l’Autore non risparmia nessuno. C’è da dire che nulla è lasciato all’anonimato e che ogni citazione porta il nome e il cognome dei responsabili. 

È motivo, perciò, anche di notevole curiosità, perché compaiono tanti insospettabili che mai, prima d’ora, avevamo immaginato colpevoli di sviste negligenze o ignoranza in tema di lingua italiana. 

Il libro prende le mosse dall’art. 21 della Costituzione che sancisce: -Tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero con le parole, con lo scritto e ogni altro mezzo d’espressione… L’autore non contesta, ma commenta con ironia: -Però fra le tante, madornali amnesie dei Costituenti c’è stata anche quella relativa a un fondamentale dovere di chi scrive: il dovere di rispettare chi legge. E rispettare chi legge significa non propinargli corbellerie in maniera oltre tutto, pedestre… 

Da tali espressioni si può arguire facilmente che il libro, oltre ad essere caratterizzato da un’analisi pungente di certi andazzi, contiene anche elementi che lo rendono oltremodo spassoso e piacevole alla lettura: lo stesso stile brillante e incisivo di tutte le altre opere del nostro Autore. 

G. Salucci

Da “Spiragli”, anno III, n.1, 1991, pag. 60