F. Oliviero, “BENATTIA” (Significato della vita, senso della malattia e processo di autoguarigione), Palermo, Nuova Ipsa, pagg. 227.
L’Autore è un medico specialista che, dopo una lunga esperienza nel campo medico tradizionale, si è dato alla medicina non convenzionale che gli consente di operare in sintonia con l’uomo-paziente, comunica agli altri l’importanza dello star bene, facendo riscoprire – come recita il sottotitolo- il ” Significato della vita, senso della malattia e processo di autoguarigione”.
“Benattia” è un neologismo, ed è il contrario di malattia (da male habitum); mentre, bene habitum è lo star bene in salute, che è consapevolezza, accettazione, gioia di vivere.
Questo libro, che si compone di cinque parti, spinge a non trascurarci nella persona e a voler bene prima noi stessi, poi gli altri; perciò apre alla positività, condizione indispensabile per vivere nella pienezza la vita e stare veramente bene. Se questo è il libro, l’intento è quello di aprire una breccia nel muro di dolore e di sofferenza che condanna l’uomo, e restituirlo al senso della vita.
Sapere è potere, ma potere è anche volere. Se noi vogliamo, possiamo cambiare noi e gli altri. Questo flusso vitale, che è condensato nella I parte del libro e, in modo particolare, in quella che viene detta “legge del cambiamento”, porta al recupero dell’ armonia fisico-spirituale necessaria per autoguarire, perché, scrive F. Oliviero, “è la persona che va guarita, non la malattia. Il corpo non si ammala, si adegua, per cui non va maltrattato”.
Nella II parte del libro viene analizzata la malattia, come si sviluppa e quando. Grande importanza in tutto questo ha il pensiero, creatore di realtà, che ha dietro di sé una filosofia che va da Parmenide a Cartesio, fino all’idealismo, ad Heisemberg ed altri, che valorizzano e potenziano il pensiero. E la medicina orneosinergetica gli dà grande valenza, perché parte dal presupposto che si può ottenere ciò che desideriamo, solo se pensiamo di volerlo veramente.
Più specificatamente, la fisica quantistica e l’energia dell’anima sono trattate nella III parte del libro. Inutile dire che dalla prima all’ultima parte, esso è scientificamente ferrato. L’Autore correda la sua esposizione con adeguati supporti scientifici, per cui, anche se il procedere è abbastanza discorsivo e lineare, non mancano i richiami alle acquisizioni della scienza e, in particolare, della fisica che lo convalidano. Il principio di indeterminazione di Heisemberg, il teorema di Bill, l’intuizione della risonanza morfica di Shaldrake, l’esperimento di Watson, occupano tante pagine, a supporto delle interazioni tra i campi mentali individuali e i flussi di energia che tendono ad armonizzarsi nell’Uno-Tutto. E questo grazie ad una sinergia di forze costruttive capaci di imporsi e di operare fattivamente.
La IV parte del libro affronta il tema del tempo, una categoria abbastanza ricorrente nella filosofia e nella scienza del secolo scorso, a partire da Bergson a Husserl, da Heinstein ad Heidegger, fino a Bloch ed altri. Emerge, da una parte, che il tempo è relativo e indeterminato, dall ‘altra, che esso è presente e plurale, provvisto di armonia e di libertà sia per il singolo che per la colletti vita, per me e per gli altri.
Quello che ai fini del libro interessa è l’importanza che al presente viene dato come “adesso”. Se il tempo non esiste, se non in noi (Agostino parla di distensio animi), bisogna vivere l”‘adesso” con intensità, perché in esso viviamo. Questa consapevolezza è alla base del nostro essere; perciò, bisogna vivere nella pienezza. Scrive Oliviero: “Eliminiamo il tempo dalla malattia (…). Lasciamo che
ci costringa a entrare in un’ intensa consapevolezza del momento presente. Dobbiamo diventare alchimisti, trasformare il metallo in oro, la sofferenza in consapevolezza, la catastrofe in illuminazione”. Sono parole che danno coraggio e forza d’animo che spingono ad imporsi e a farsi valere. È evidente che cosi il rapporto medico-paziente cambia, cioè, il medico, o il paziente, non svolgono il ruolo tradizionale. La persona-medico ha a che fare con la persona-paziente. Un soggetto di fronte ad un altro soggetto.
La V ed ultima parte è costituita proprio dalla “benattia”. Qui, più che altrove, è maggiormente presente il medico omeosinergetico. F. Oliviero espone i consigli tratti da esperienze di vita vissuta e dalla tradizione (orientale e non), perché il paziente-persona possa star bene, in armonia e all’unisono, con sé e con gli altri. Di qui il meccanicismo della “vita”, che ha in sé il suo insegnamento in: Vai, Insegna, Traduci, Ama. Una filosofia di vita, questa, che è anche di pensiero. Tante volte, a più riprese, viene data importanza al pensiero, che non sbaglia, mentre sono le parole che lo traducono in modo errato. Di qui un suggerimento che è a]Ja base di tutto: “Imparare a pensare”; e poi un inno alla vita che prende spunto dalla formula heinsteiniana della relatività, presa come formula di vita dell’uomo e dell’universo.
L’argomentare è chiaro e abbastanza lineare, l’informazione è utile, oltre che interessante. Il libro ha una sua valenza umana e culturale e, per questo, lo consigliamo a quanti vogliono avvicinarsi di più alla vita per conoscerla meglio ed amarla.
Salvatore Vecchio