LUCIA MEZZASALMA, Amo la pace, poesie, I.l.a. Palma, Palermo, 2006.

La poesia come messaggio sociale 

Dopo Amo la vita del 1999 Lucia Mezzasalma è tornata a sorprenderci con una nuova silloge lirica dai toni pacati e sereni, ispirata a temi universali: la pace, l’incontro tra i popoli, la solidarietà, l’amore per la vita … Ed è questa sua capacità di saper saldare lirica ed etica. visionarietà e saggezza, che marca a tinte forti l’appartenenza ad una cultura intrisa di valori, tradizioni e sentimenti. Una cultura in contrasto con quella formale alla moda, che usa tutti i mezzi per ridurla a espressione di controcultura. La quale non risparmia nessuno dei media, conniventi nelle ipocrisie con cui si offrono i fatti all’opinione pubblica; agli inganni del capitalismo sfrenato, della falsa democrazia; alla miopi a degli intellettuali che non vedono le dinamiche del mondo. 

I fatti che cita ricordano tante tragedie dimenticate, i falsi miti del mondo d’oggi, spiegato come prosperità e acquiescenza all’amore del cosiddetto consumismo, in un ordine in cui la deregulation significa nessuna regola di vita associata al cinismo individuale. A cominciare dal mondo del lavoro, coi suoi falsi miti, come quello dei vantaggidella flessibilità indiscriminata, che tradotta in parole povere significa: «se oggi avete un lavoro, domani chissà». Il risultato è un baratro che aumenta l’insicurezza e minaccia la società, strangolata nella morsa tra i privilegi di pochi e la riduzione dei diritti dei molti. 

Come milioni di altri uomini subiamo un bombardamento di bugie sull’economia, sulla sanità, sulla qualità della vita, e giorno dopo giorno sentiamo il bisogno di dire basta e riprendere il filo di un ragionamento, così come ha fatto Lucia Mezzasalma. In Amo la Pace, il verso suona vasto, ridondando dignità e altezza alla parola, oggi così abusata e vana. Difficilmente in poesia si trova questa globalità, resa come se avesse il compito di innalzare la parola ad invocazione universale purificante. 

Questo libro si impone come voce di tantissime voci che non hanno tempo e rappresentano il dramma di una umanità nella sua intima storia. E non serve citare questa o quella poesia, perché l’intera silloge si muove sul filo della memoria, per visitare le note tristi dei periodi bui della vita e chiedere ai ricordi il senso di ciò che accade; per riconfermare alla vita la voglia di esserne partecipe e offrire un contributo per l’affermazione della pace e dell’ amore. 

Un libro nel quale la donna e il poeta camminano insieme e l’Autrice non si risparmia in sincerità, come nel suo primo libro Amo la vita, dove c’è già il nucleo del messaggio spirituale che Lucia sviluppa in Amo la Pace, in un crescendo di visione allargata per un programma di pace e di incontro con l’altro, sia l’espressione dei nostri fantasmi inconsci, sia l’uomo estraneo al suo stesso nucleo sociale e dunque nemico … 

La poesia ha certo una funzione di ricerca ontologica, ma non ha poteri taumaturgici per guarire i mali del mondo. E tuttavia essa può rappresentare una spina nel fianco della demenziale attitudine alla sopraffazione e all’egoismo; può rappresentare un grido di protesta lanciato a profanare i sacrari della prepotenza ideologica e sociale; può rappresentare un momento di riflessione e uno stimolo all’azione. 

Adriano Peritore

Da “Spiragli”, anno XX n.1, 2008, pagg. 61-62.

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