I ricordi uccelli migratori tornano sempre all’origine attraverso l’oceano della vita passata correnti invisibili tessono lo spazio rotte segnate dal destino tomo all’isola circondata di ignoto cerco un tempo uno spazio vecchie dimensioni Illuso il tempo rotolando beffardo sulla mia vita ha dato a me nuova dimensione. Non trovo i margini i nomi delle cose non trovo i simboli miti realtà e disperato cerco vane coordinate (Per dare colore al tempo’, pag. 51)
Romano Cammarata nacque nel 1929 ad Arbus, in Sardegna, dove il padre di Bivona (Ag) era andato ad insegnare. Ritornata la famigliola in Sicilia, Romano compì gli studi a Bivona e si iscrisse in giurisprudenza a Palermo, dove si laureò nel 1952. Un concorso pubblico lo portò poco dopo a Roma come dirigente del Ministero della Pubblica Istruzione. Poi, dal 1984 fu direttore della sezione classica fino al marzo del 1996. Conobbe il prestigio, ma anche il dolore che testimoniò nei tanti rami balzati e in un libro di largo successo: Dal buio della notte (1983), a cui seguirono Per dare colore al tempo (1985) e Oh, violenza, mia cara (1986). Non mancarono i riconoscimenti: nel 1984 ebbe il Premio Scala per la narrativa e nel 1992 il Premio Pannunzio "Una vita per la cultura". Come direttore ministeriale, seguì con molta attenzione e in prima persona la vita della scuola e i giovani, che tanto incoraggiò, dando loro fiducia e rispetto. Se ne andò per sempre dopo una breve degenza in ospedale, proprio nella mattinata del 21 agosto del 1996, quando avrebbe dovuto far ritorno a casa, venendo a mancare ai suoi e a quanti gli volevano bene.
Ha pubblicato in "Spiragli":
- Ai giovani studenti di Sicilia
- Editi e inediti
- Per una storia della letteratura siciliana
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