GIUSEPPE MELIS, Lineamenti di scienza dello Stato, collana di studi «Athena», Ila Palma Mazzone Produzioni, Palermo, 2005.

Una disciplina da approfondire tra filosofia e politica 

Pubblicato a Palermo, dall’editrice Ll.a. Palma, il saggio intitolato Lineamenti di scienza dello Stato, scritto da Giuseppe Melis, contiene una nuova scienza che si pone coordinatamente ma anche autonomamente tra la scienza della politica e la scienza del diritto pubblico e si inserisce, assieme alle discipline sorelle, nei più generali problemi filosofici dello Stato, da cui si specifica e si distacca. 

È scritto con la volontà di comunicare una scoperta ad un pubblico interessato ed intelligente e nella consapevolezza che la nuova disciplina, solo ora finalmente delineata, si pone agevolmente nell’evoluzione storica della realtà. 

Abbiamo recentemente vissuto in Italia una situazione di campagna elettorale accanita ed avvelenata tra i due poli di destra e di sinistra: in definitiva la propaganda mirava a conquistare quell’ elettorato, di oltre il 38%, che non è né di destra né di sinistra. Questo 38%, pur votando al momento opportuno ora a dest :l ora a sinistra ed essendo determinante della vittoria, riprenderà la sua connotazione essenziale che è quella di non essere né di destra né di sinistra. Anche la nuova scienza assume questa linea. 

Nel libro pubblicato osserviamo una nuova scienza, che viene delineata con chiarezza non solo nella sua matrice filosofica, come ogni scienza, ma soprattutto nei principi che la caratterizzano e più esattamente nella sua dimensione sia statica che dinamica, ed infine nei suoi rapporti di interdisciplinarità. 

L’opera reca la volontà di comunicare una scoperta al pubblico intelligente ed interessato a tali materie, ma anche di trasmettere la predisposizione a mettersi nella dimensione dinamica e cioè evolutiva della nuova disciplina e ad assumere i suoi fini quali scopi della propria azione per il rinnovamento della civiltà occidentale. 

Questi sono i caratteri del libro di Giuseppe Melis, docente nell’Università di Palermo: il contenuto è quello di una nuova scienza che si pone quale specificazione dei problemi filosofici dello Stato e si colloca autonomamente tra la scienza del diritto pubblico e la scienza della politica per i princìpi che la contraddistinguono. 

La sua utilità non si esaurisce nelle luci che dallo studio si accendono. È un libro utile anche perché contiene la delineazione sintetica e precisa delle materie affini quali la filosofia politica, la dottrina dello Stato, la scienza giuridica e del diritto pubblico, la scienza della politica: queste discipline vi sono chiaramente delineate. 

Il libro dà una voce a quella maggioranza sociale, che è determinante della vittoria elettorale, ma che dopo si ritrae politicamente non identificandosi costantemente a destra o a sinistra. Tuttavia è grande il suo impegno politico. Esso ricorda al vincitore delle elezioni che ci sono valori eminenti di civiltà, che bisogna perseguire consequenzialmente i fini dello Stato, che i provvedimenti pubblici devono essere presi con giustizia distributiva, che il cittadino deve essere plasmato quale uomo civile. 

Questi sono gli stimoli che provengono dal libro, a parte l’utilità che deriva dalla precisa descrizione delle scienze affini. 

Maria Angela Cacioppo

Da “Spiragli”, anno XVI, n.1, 2005, pagg. 54-55.

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