SOSTITUZIONE 

 

È diventato il mondo mio più grande 
nella tua assenza. 
In me c’è ora un vuoto, 
la mia camera ha le pareti nude 
senza mobili, quadri, senza tende: 
la tua presenza 
aveva riempito ogni mio spazio. 
La tua partenza 
ha ingrandito il mio mondo 
per l’assenza 
e per la solitudine ed il vuoto. 
Perciò ho commissionato 
un’infinita 
saudade 
da mettere al tuo posto. 
da os vazias / A mani vuote, versione italiana di Renzo Mazzone

Mariazinha Congilio

Da “Spiragli”, anno XVIII, n.1, 2006, pag.36




RICERCA I 1 

Da quando esisto? 
Sono perduta nello spazio-tempo, 
un porto senza navi 
sono, un fiume 
senza affluenti, 
sono 
terra che non è stata fecondata, 
un albero senz’ombra. 
Mi sento gambe 
che s’agitano invano sempre in corsa, 
braccia che non conoscono l’ abbraccio, 
occhi ormai stanchi 
che non sanno il pianto, 
bocca che non sa più 
l’ansia d’un bacio. 
E mi vado cercando 
dentro me stessa sin da quando esisto. 

Mariazinha Congilio

Da “Spiragli”, anno XVIII, n.1, 2006, pag.36




LA MIA ASSEMBLEA 

Rientro alfine in porto e mi domando: 
è esistito l’amore e chi ho amato? 
Stringo tra le mie mani la realtà 
e in un abbraccio la lucidità: 
io bacio il vuoto. 
Mi sono violentata ed ho distrutto 
le fondamenta e i muri divisori 
per concedermi tutta ad un amore 
che occupava il mio spazio. 
Mai è esistito un sogno 
così semplice e puro 
e lo difendo 
nell’assemblea indetta dal mio io: 
se ho sbagliato o no ormai non vale, 
conta solo se ho amato. 

Mariazinha Congilio

Da “Spiragli”, anno XVIII, n.1, 2006, pag.36




 STUDIO PER UN INVERNO 

Inverno è la tristezza degli addii, 
la confusa ricerca dei perché, 
fra le ceneri calde 
della parola fine 
o forse (chi lo sa?) 
d’ un nuovo incontro. 
Mariazinha Congflio 

(Trad. di Renzo Mazzone)

Da “Spiragli”, anno XX n.1, 2008, pagg. 54.




 NOTTURNO SULLA SPIAGGIA 

Su un materasso soffice di sabbia 
sotto 
un lenzuolo di spume ricamate 
il cielo era il mio tetto 
fitto di stelle 
e il mare mi faceva compagnia. 
Fu mia stanza la spiaggia 
con la luna affacciata alla finestra 
e lì mi alimentai di silenzio 
sorseggiando la mia solitudine. 

Mariazinha Congilio

Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pag. 45.




 NON MI RICORDO PIÙ 

Nell’album dei ricordi 
una bambina dallo sguardo sperso 
e i capelli ondulati 
ma è da tanto tempo ch’è partita 
dame, 
da quando non ricordo. 
Non so dove sia andata la ragazza 
che dispensava sogni e accumulava 
speranze . .. La ritrovo qui, in un’altra 
foto: con gli occhi tristi 
su labbra sorridenti. 
Da me lei se n’è andata 
ormai da tempo. 
In questo vecchio album 
è già da tanto tempo ch’io esisto, 
tanto che non ricordo più da quando.  

Mariazinha Congilio

Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pag. 45.




ANSIA DI SOPRAVVIVERE 

Perdonami 
se sono penetrata 
nella tua vita, mentre consumavo 
incerta il tempo che ci apparteneva. 
Perdonami di avere ricevuto 
carezze e amore 
e i tuoi silenzi e la disperazione. 
Perdona se ti ho fatto 
abitare il mio corpo e se ho lasciato 
perderti in me. 
Ti prego di andar via 
e trattenere il grido non espresso. 
Vai 
per la piatta distesa delle ombre, 
porta con te il poema già gualcito 
con la tua ansia di sopravvivenza, 
e cerca di capirmi e perdonarmi … 

Mariazinha Congilio

Da “Spiragli”, anno XVIII, n.1, 2006, pag.36

 




Festa della vita

Io, strana convitata, 
forse ho vissuto prima d’esser nata. 
Ed ho amato prima d’incontrare 
l’amato. 
E l’ho baciato prima di accostare 
le mie alle sue labbra. 
Mi sono data prima d’esser presa. 
Intravedo mattini mentre è notte. 
Conosco luoghi e gente ancora prima 
di avvicinarli. 
Ed assaporo frutta ancora in fiore. 
Mi bagno della pioggia 
che non è ancora scesa dalle nuvole. 
Ma, strana convitata, 
sono arrivata a festa già inoltrata 
quando già molti erano andati via 
e mentre altri 
si affannavano ad occupame i posti. 
lo sono come chi sa che gli tocca 
di andare via prima che la festa 
spenga le luci. Eppure 
grande è la voglia mia di assaporare 
la festa della vita. 

da “Màos vazias” e da Festa da vida , [brasa, Sào Pau/o, 2002

Mariazinha Congilio

Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pag. 45.




 Due liriche di Mariazinha Congilio 

TORNARE INDIETRO 

Voglio recuperare i miei 

giorni perduti, voglio amare e vivere 

sconsideratamente. 

Non avere 

più paure e nutrirmi di coraggio. 

Basta solo tornare al tempo andato, 

tirare a secco i dubbi 

e accettare l’incerto, per amare 

senza falsi pudori, 

come si affronta il mare 

aperto. 

INCERTEZZA 

Non odo più le voci dell’ infanzia 

non vedo più il cammino 

che percorrevo nella giovinezza. 

Non sento più le mani 

che un tempo mi prendevano per mano. 

Non sento 

ora più labbra ansiose del mio bacio. 

Il vento ha spaginato la mia storia 

e implacabile il tempo, indifferente, 

resta a guardare questo mio passare. 

lo non so dove vado 

né se vado, 

vedo i miei piedi ricalcare orme 

nel vuoto mai … 

Restano del passato 

fuggevoli ricordi, e del presente 

solo incertezze 

o il vuoto da riempire di speranze 

mentre giochiamo con l’eternità … 

Non odo più le voci dell’infanzia. 

da Festa da vida, Ibrasa, Sao Paulo, 2002




 DIVISIONE DEI BENI 

Puoi prendere per te alla rinfusa 
la casa l’automobile i gioielli 
il pianoforte e i libri 
radio e televisore … 
Dei quadri mi riservo solo quella 
Marina. 
Per una giusta 
divisione dei beni lascio tutto, 
tranne me stessa, certo non è molto, 
ma è quanto mi basta: 
le braccia anche se stanche 
e gli occhi tristi, 
un resto di speranza, con un misto 
di nostalgia. 
Ormai il sorriso non lo trovo più 
ma in me composta mi porterò via 
la libertà. Addio. 

Mariazinha Congilio 

Mariazinha Congilio

Da “Spiragli”, anno XX n.2, 2008, pag. 45.