DOVE NON PASSA L’UOMO 


Per una po
esia malinconica di Ungaretti 
Dove non passa [‘uomo, la natura … 
ride, ride anche il sole … 
cantano in coro i Verdi … 
Essi non sanno 
che l’uomo non distrugge: 
sta aiutando 
madre-natura, 
il cui fine è la vita, 
e ne compensa 
il destino di morte generando 
altre vite (è sua legge), 
non l’individuo solo, ma la specie 
(la pianta o l’animale come l’uomo, 
tutti u-gu-a-li). 
I Verdi non lo sanno 
che io e i miei fratelli siamo riusciti ad arrivare a Dio 
creatore. 
Così 
non credo all’erba lieta del poeta 
dove non passa l’uomo ... 
Lì dove l’uomo non ha messo piede 
il sole 
ha riarso la terra e gli uragani 
l’hanno sommersa. 
Invece, il più caìno 
degli uomini non ha mai calpestato 
i prati, se ce n’è, dei cimiteri … 
Da sola, la natura sopravvive 
a stento 
o dà in escandescenze 
o si desola. 
Forse per questo fu creato l’uomo: 
è la mano dell’uomo che lavora 
ad arte e crea vita, come vuole 
Iddio. 

Vivian Emmer 

(Trad. di Renzo Mazzone)




 NON ESSERE 

Perché amare è annullarsi, 
come il seme nel seno della terra. 
Predicatore ignoto dal suo pulpito 
Essere e no . .. 
Forse brilla davvero di sue luci 
la fredda pietra 
che chiamiamo brillante? E forse è vera 
l’immagine che in uno specchio d’acque 
traspare? È una finzione … 
In che consiste? 
L’unica cosa che puoi dire certa 
è dunque l’illusione. 
Così l’amore. 
Amore è un’invenzione. Non esiste 
in natura. Perché natura è vita, 
slancio vitale, lotta, non-amore 
e suo destino 
certo è la morte, come per natura. 
Poiché l’amore è eterno, amore è Dio, 
il dio ch’è in noi 
ma noi lo rinneghiamo: e la sua sorte 
è il legno della croce. Una corona 
di spine 
spetta a chi annuncia il regno dell’amore, 
che non si addice all ‘ uomo. 
Non gli si addice l’unica certezza. 
Ed ecco l’illusione. 
Così l’uomo era fatto per l’amore 
Ca immagine di Dio) 
e fu costretto a vivere, a lottare 
contro il creato e le sue creature 
e la parola d’ordine fu uccidere 
per non essere uccisi, 
è vincere per non essere vinti: 
la lotta per la vita. Amore dunque 
è la rinuncia o la rassegnazione: 
la scelta del martirio. E non è umano! 
Così la pace … 
Non è umana la pace, non è umano 
l’ amore: 
la luce del brillante nella luce, 
l’immagine riflessa 
in uno specchio d’acque, l’illusione .. . 

Vivian Emmer

Da “Spiragli”, anno XVIII, n.1, 2006, pag. 32.




 DOVE NON PASSA L’UOMO 

Per una poesia malinconica di Ungaretti 

Dove non passa [‘uomo, la natura … 

ride, ride anche il sole … 

cantano in coro i Verdi … 

Essi non sanno 

che l’uomo non distrugge: 

sta aiutando 

madre-natura, 

il cui fine è la vita, 

e ne compensa 

il destino di morte generando 

altre vite (è sua legge), 

non l’individuo solo, ma la specie 

(la pianta o l’animale come l’uomo, 

tutti u-gu-a-li). 

I Verdi non lo sanno 

che io e i miei fratelli 

siamo riusciti ad arrivare a Dio 

creatore. 

Così 

non credo all’erba lieta del poeta 

dove non passa l’uomo ... 

Lì dove l’uomo non ha messo piede 

il sole 

ha riarso la terra e gli uragani 

l’hanno sommersa. 

Invece, il più caìno 

degli uomini non ha mai calpestato 

i prati, se ce n’è, dei cimiteri … 

Da sola, la natura sopravvive 

a stento 

o dà in escandescenze 

o si desola. 

Forse per questo fu creato l’uomo: 

è la mano dell’uomo che lavora 

ad arte e crea vita, come vuole 

Iddio. 

Vivian Emmer 

(Trad. di Renzo Mazzone)




 DELLA NATURA… 

Fèrmati ad auscultare le segrete 
vibrazioni dei muri 
edificati 
che nel chiuso silenzio della notte 
crescono senza gridi 
o gesti tragici 
ma lentamente avanzano nei vuoti 
e rimuovono il fiore circospetto 
degli alberi e dei prati. 
Ora osserva quel tanto di ricchezza 
che ci rimane ai margini del mondo, 
osserva questo cielo 
di piombo 
che smuove la natura 
e la rifiuta, 
porgi l’orecchio ai muri risoluti 
che s’ergono diritti nella loro 
urgente precisione, 
guarda semplicemente all ‘ esistenza 
e troverai tracciato ogni cammino. 
Disfatti troverai tutti i rifugi 
e diluite tutte le certezze, 
per la paura non avrai parole 
né il verbo che vagheggia la bellezza 
e tuttavia la fredda concretezza 
vuoI essere assoluta ingegneria 
che l’insaziata umanità si inventa 
per perforare i tetti del pianeta. 
Come fossero tante baionette 
le costruzioni acuminate e uguali 
non saziano l’ascesi 
in sé crudele, 
immensità di pietre successive … 
La conclusione 
dei cicli predatori 
verrà allora insieme alle prescritte 
pagine di ispirate profezie 
perché sul nulla resterà a vagare 
il mondo. 

Denize Emmer 

da «Literatura Brasileira» n. 7

Da “Spiragli”, anno XVIII, n.1, 2006, pag. 36.