POCO A POCO 

Cuando cumplió setenta años le oyeron afirmar: 

«Alegra tener, pero si hay que dejarlo se deja. 

Queda la salud». 

Cuando la artrosis le hizo arduo el caminar, me confesaron que dijo: 

«Es más triste perder la vista». 

Las cataratas le nublaron la visión; ya no podía leer; ni bordar. Y éste fue su comentario: «Debe ser muy penoso perder la cabeza, como la pobre Juana». 

Unos días antes de que la embolia se nos la llevara, me había dicho: 

«Vas renunciando a cosas, hoy a una, mañana a otra, poco a poco. Hasta que renuncias a la vida misma». 

Gracias por enseñármelo, madre. 

Poco a Poco

Quando compi settant’anni le sentirono dire:
«L’avere agevola la vita, però, se per un motivo qualsiasi vi si deve rinun-ciare, vi si rinunci pure. Che si stia bene in salute.»

Quando l’artrosi le rese difficile il camminare, mi confidarono chedisse: «Ma è più triste perdere la vista.»

Le catarratte non le permisero più di vedere; non poté né leggere né ricamare. Ecco quale fu il suo commento: «Deve essere molto più brutto uscire di senno, come è capitato alla povera Giovanna.»

Alcuni giorni prima che il collasso ce la portasse via, mi aveva detto: «Vai rinunciando alle cose ad una ad una, un mattino dopo l’altro, a poco a poco. Fino a che rinunci alla stessa vita.»

Grazie, madre, per avermelo insegnato.

 

Avelino Hernandez 

Nota introduttiva e traduzione di Salvatore Vecchio

Da “Spiragli”, anno X, n.1, 1998, pagg. 40-41.




 MELANCOLÍA 

Tralee, 16 de mayo 

 

Esta noche te escribo desde la nostalgia. Pero no de ti, ni por tu ausen- cia.
Llegarà pronto la aurora a la bahia y acaso el amanecer pueda borrar- me esta tristeza antigua que me brota de no sé dónde por el recuerdo de aquella muchacha.
Déjame, mientras tanto, que te cuente cómo fue.
Era hija de campesinos, venia de algún lugar en los valles de esta Irlanda varada en el océano; tendria quince años y una rara belleza de manzana en agraz aflorando en su cuerpo nubil, muy pálido.
Estabamos en un teatro abierto al mar en la primavera de Dingle.
Cuando concluyó su danza, mientras sonaban todavia, rendidos, los aplausos, tres personas nos levantamos irresistiblemente para ir a enco- trarnos esperándola en el pasillo hasta el vestuario: su madre,una mujer joven, y yo mismo.
Sólo su madre se atrevió a besarla, mientras se la llevaba consigo.
La mujer y yo la estuvimos viendo alejarse, perdiéndola, los dos vulne-
rados de una rara nostalgia…
Después nos miramos, sin decirnos nada.
La mujer regresó al teatro.
Yo ya no pude. Salí a la noche y busqué, solo, la melancolia eterna dela orilla del mar en los acantilados de Irlanda.
Sé que llgara pronto la aurora a la bahia y acaso ed amanecer pueda borrarme esta tristeza antigua que me brota de no sé dónde.
Sólo a ti puedo contartelo.
Un beso, hasta mi vuelta, pronto.

MELANCONIA

Mia amata Teresa,
questa notte ti scrivo dalla nostalgia. Ma non di te, né per la tua assenza.
Tra poco arriverà l’aurora nella baia e forse l’albeggiare potrà concellar- mi questa tristezza antica che mi sgorga da non so dove, ricordando quel- la ragazza.
Lasciami, intanto, raccontare come è stato.
Era figlia di contadini, veniva da qualche luogo sperduto nelle valli di questa Irlanda varata nell’Oceano; avrà avuto quindici anni e una bellez-za rara di mela acerba che stava affiorando dal suo corpo nubile, moltopallido.
Ci trovavamo in un teatro aperto al mare nella primavera di Dingle.
Quando terminò la sua danza, mentre risuonavano ancora, arresi, gliapplausi, tre persone ci alzammo in modo irresponsabile per andarla ad incontrare, aspettandola nel corridoio che porta allo spogliatoio: sua madre, una giovane donna ed io stesso.
Soltanto sua madre si permise di baciarla, mentre se la portava con sé.
La giovane donna ed io la vedemmo allontanare, perdendola, entrambi presi da una rara nostalgia.
Poi ci guardammo, senza dirci niente.
La giovane donna ritornò al teatro.
lo non più. Uscii a sera e cercai, solo, la melanconia eterna della riva del mare nelle scogliere dell’Irlanda.
So che tra poco l’aurora arriverà nella baia e l’albeggiare forse potrà spazzare via questa tristezza che mi sgorga da non so dove.
Solo a te posso raccontarlo.
Un bacio, al mio ritorno, presto.

Avelino Hernandez 

*Nota
Traduzione di Salvatore Vecchio

Da “Spiragli”, anno X, n.1, 1998, pagg. 42-43.

 




 CUMPLEAÑOS 

Los amigos se han ido cuando amanecía ya.
Nos hemos quedado solos.
No hemos querido acostarnos; Teresa ha preferido salir al encuentro de

la alborada remontando el río en la barca por entre las frondas; yo me he quedado a comenzar la redacción de este nuevo libro, que no sé adònde me llevani.

Ahora, mientras escribo, tras el ventanal al huerto se está levantando la niebla lentamente.

Pronto el sol coronarà las cumbres.

Ese bando de azulones que se levanta asustado de entre la alameda medice que Teresa retorna ya.

Sé que embocará, remando, el caz que desagua en el rio; que amarrarála barca en la argolla; que ascenderá por la escalera en la roca con losremos al hombro.

Desde allí se volvera a mirar el horizonte amaneciendo.

Luego – ahora – me mirarà a mi, que estoy en la ventana abierta, ya sinescribir, sonpriéndole.

Sé que nos besaremos; que desayunaremos juntos; ella me dira que una garza rezagada volò al paso de la barca; yo le pediré que me escuche mientras leo en voz alta los párrafos últimos que acabo de trenzar.

Luego nos amaremos; nos amaremos conscientes de que estamos

comenzando juntos un tiempo nuevo – anoche celebramos su cumpleaiios

con los amigos.
Estoy seguro de que me dirá, cuando la abrace:
«Cincuenta años ya… »
Y sé que le contestaré, mientras me acoge, madura, en su vientre.«Sí, es tiempo de vendimia.»

Avelino Hernandez

COMPLEANNO

Gli amici se ne sono andati quando già stava albeggiando.
Noi siamo rimasti soli.
Non siamo andati a coricarci. Teresa ha preferito andare incontro

all’alba risalendo con la barca il fiume tra le frondi; io ho iniziato la stesu- ra di questo nuovo libro che non so dove mi porterà.

Adesso, mentre scrivo, dall’altra parte della vetrata dell’orto si sta alzando lentamente la nebbia.

Presto il sole incoronerà le cime dei monti.

Questo stormo di anatre che s’innalza spaventato tra la boscaglia midice che Teresa sta già arrivando.

So che imboccherà, remando, il rigagnolo che sfocia nel fiume; che ormeggerà la barca nella gogna; che salirà, i remi nella spalla, la scala di roccia.

Da lí si volterà a guardare l’orizzonte ormai luminoso.

Ed ora si rivolgerà verso di me, che sto dinanzi alla finestra aperta; e,sorridendole, ho smesso di scrivere.

So che ci baceremo, che faremo colazione assieme. Mi dirà che un airo- ne rimasto indietro volò al passo della barca. Le chiederò di ascoltare, eintanto leggo ad alta voce gli ultimi paragrafi che ho finito di intrecciare.

Ora ci ameremo; ci ameremo consapevoli di cominciare insieme una vita nuova – con gli amici ieri notte abbiamo celebrato il suo compleanno.

Sono sicuro che, abbracciandola, mi dirà:
«Cinquant’anni. .. »
So che le risponderò, mentre mi stringe consapevole al seno:«Sì, è tempo di vendemmia.»

Avelino Hernandez

*Note
Traduzione di Salvatore Vecchio

Da “Spiragli”, anno X, n.1, 1998, pagg. 38-39.