N. Mahfuz, Il ladro e i cani, Feltrinelli, Milano, 1990, pagg. 144. 

Il protagonista dello Straniero di Camus sembra rivivere in questo romanzo di Mahfuz, dove Said Mahran, un ladro come tanti altri del Cairo, è malvisto e non riesce ad inserirsi in società, anzi, è portato a farsi vendetta, perché sia l’amico giornalista sia la figlia che non lo riconosce sia il suo complice lo allontanano e lo accusano. 

Oltre a quella del protagonista, così combattuto e provato dal destino da finire nelle mani della giustizia proprio in quel cimitero che tante volte aveva visto dalle finestre della casa dove era ospitato, la figura più cara è Nur, la bella prostituta che col suo amore e il suo affetto è stata sempre vicina a Mahran, a differenza degli altri, dei «cani. che non lo hanno mai lasciato in pace. 

Ugo Carruba

Da “Spiragli”, anno II, n.4, 1990, pag. 54




 N. Anselmo. La terra promessa.

Palermo, Herbita editrice. 1989. pagg. 245. 

Più che la vicenda umana e politica di uno dei primi socialisti siciliani, dopo la costituzione del partito, è la storia della Sicilia di fine Ottocento e i primi anni del Novecento: quella delle grandi lotte contadine che, finalmente, dopo alcuni decenni, porteranno alla riforma agraria. 

Bernardino Verro, corleonese, è il protagonista di questo libro che è tra la cronaca e la storia. Gli interessi compromessi e la mafia prima tenteranno di demolirne la figura politica e sindacale, poi lo elimineranno nella persona perché secondo. 

N. Anselmo, servendosi di un meticoloso lavoro di ricerca, raccogliendo dati e informazioni inediti, ricostruisce in 20 agili capitoli la storia della Sicilia di quegli anni e rimette in discussione, facendo luce, l’uccisione di questo sindacalista, leader del movimento contadino e difensore della povera gente. 

Ugo Carruba 

Da “Spiragli”, anno II, n.2, 1990, pag. 47.




Mélanges de Littérature française, belge et comparée, textes rassemblés et présentés par Diana Martinez-Raposo et Rosalia VelIa, Castelvetrano (Tp), Mazzotta, 2004.

Interessante e ricco di contributi letterari è questo volume antologico curato da D. Martinez-Raposo e R. Vella. Interessante perché offre un ampio ventaglio di interventi che abbraccia il Settecento e l’Ottocento, relativamente alla letteratura francese, belga e comparata; ricco perché degli autori studiati presenta molti aspetti nuovi o poco noti. 

L’antologia, che raccoglie scritti di studiosi italiani e stranieri, nella sua poliedricità mette in risalto la figura e l’opera di J. P. de Nola, professore emerito dell’Università di Palermo, studioso di letteratura francese e comparata, autore di innumerevoli pubblicazioni in Italia e all’estero, stimato conoscitore di Bourget e di Chenedollé e di tanti altri che, grazie a lui, abbiamo imparato a conoscere. Gli scritti sono tutti meritori, e faremmo un torto se ne citassimo alcuni. Il lettore saprà valutare e apprezzare l’opera che è sicuramente di stimolo allo studio e alla ricerca. Noi ci auguriamo che il volume abbia tanta fortuna e, soprattutto, che Jean-Paul de Nola continui nella sua opera di divulgatore culturale e di studioso appassionato che abbiamo sempre ammirato. 

Ugo Carruba

Da “Spiragli”, anno XVI, n.1, 2005, pag. 45.




Mario Scamardo – Sara Riolo, Il Favoliere. Cucù e le sue storie, Ila Palma, Palermo, 2004. 

Oggi che la televisione invade le case senza lasciare alcuno spazio al dialogo e alla conversazione, sembra un fiore fuori tempo un libro come questo: Il Favoliere. Cucù e le sue storie di M. Scamardo e Sara Riolo, con disegni di G. Salvia. Per questo si accoglie con piacere e va diffuso e fatto conoscere. 

Sono favole calate per lo più nella realtà e nell’ambiente montano palermitano, ma non mancano quelle ambientate in altre zone del mondo. Quello che è importante è che i personaggi sono cosmopoliti, nel senso che da buoni cittadini del mondo, dicono dell’uomo e fanno di tutto per avvicinarlo al senso umano della 

vita, facendolo riflettere su fatti e situazioni che succedono dovunque. Si legga la prima, tanto per citarne una, «Cucù e il giardino dei sentimenti», o «Il castagneto 

degli gnomi», sono favole che recuperano il rispetto per gli altri, il giusto peso che va dato agli uomini e alle cose che spesso non comportano grandi impegni e sacrifici, eppure basta poco per fare felici gli altri e vivere in armonia con il prossimo. Che è quello che ci vuole perché predomini la pace e il bene. 

Ugo Carruba

Da “Spiragli”, anno XVI, n.1, 2005, pagg. 46-47.

 




 Mariangela Sauto,Nel tempo e oltre,, Eranova-Bancheri, Delia (Cl), 1999. 

In bella veste tipografica, arricchita di illustrazioni di Luisa Vacirca che si calano nel contenuto, questa silloge di poesia Nel tempo e oltre offre una panoramica d’insieme del percorso umano ed artistico di Mariangela Sauto. Se il tempo scandisce la nostra vita, noi dobbiamo darle un significato attraverso la sensibilità, ma anche e soprattutto la razionalità, e riempirla di contenuti, perché possiamo andare «oltre» ed esserne degni. 

La poesia di Sauto qualifica l’uomo, lo nobilita e lo rende degno di librarsi in una sfera di superiore bellezza. Per questo è una poesia che va letta e ascoltata, facendo proprie persino le pause e i silenzi per apprezzarla ora nella sua propensione al discorso, ora nel breve giro di pochi versi, comunque sempre pronta a cogliere la vita nel suo farsi nel tempo («Identità di vedute», «Singolare silenzio», «Plurale agorà», «L’arte in parte», «Amor sacro e profano», «Rivelazione») e nella conoscenza, come sottolineano, a ragione, i richiami filosofici («Physis», «Psyché», «Polis», «Logos», «Philos», Gnosis») posti all’inizio di ognuno dei sei «tempi» di cui il libro si compone. 

Un saggio di Lina Riccobene introduce e accompagna all’interno di ogni «tempo», rendendola a tutti fruibile, questa poesia. 

Ugo Carruba

Da “Spiragli”, anno XVI, n.1, 2005, pag. 46.




M. AMARI, STORIA DEI MUSULMANI DI SICILIA (2 VOLL.), FIRENZE, LE MONNIER, 2002.

Con una presentazione di G. Giarrizzo e un saggio di M. Moretti, in bella veste editoriale, viene pubblicata una nuova edizione dell’ormai classica Stona dei Musulmani di Sicilia di Micheli Amari (1806-1889), letterato e storico palermitano, tra i più validi arabisti che l’Italia abbia mai avuto. 

Merito di Michele Amari fu quello di avere per primo contribuito a far conoscere un periodo poco visitato dagli storici (la dominazione araba in Sicilia) e di aver suscitato un’ondata di patriottismo che sicuramente ebbe la sua parte nel processo di unificazione italiana. 

Il pregio che caratterizza l’opera è che l’Amari sa bene collocarsi in un piedistallo alto, tale da poter osservare vincitori e vinti con equidistanza e, nel contempo, con umana comprensione. 

Lo stile, molto fruibile, semplice pur nella profondità di pensiero, riesce a coinvolgere il lettore e a calarlo nella realtà siciliana di quell’età carica di eventi e ricca di aspettative. 

Ugo Carruba

Da “Spiragli”, anno XIV, n.1, 1999 – 2002, pag. 60.




L. Zinna, Trittico clandestino, Siracusa-Palermo, Ediprint, 1990, pagg. 64.

Tre racconti fra il reale e il fantastico questi che Lucio Zinna ci offre in Trittico clandestino, di facile lettura. 

Apparentemente a sé stanti, i tre racconti («Tra inverno e primavera», «Dal ”Trinacria” al “Rotoli”, «L’uomo cane») presentano tante affinità, per cui, a lettura avvenuta, il lettore è portato a considerarli come tre risvolti di una stessa tela; la vita o, meglio, la quotidianità della vita che spesso riserva incongruenze e misteri di cui, pur essendo i protagonisti, non sempre veniamo a capo, sicché ce li portiamo dietro come tanti fili d’Arianna che sistematicamente avviluppano e sovrastano l’umana esistenza. 

Quella che particolarmente colpisce è la dolce, diafana figura di Letizia che Zinna poeta in modo magistrale tratteggia nel primo racconto: una soave figura di donna che casualmente compare per immergerci nel sogno e scomparire così come è venuta. 

Trittico clandestino è un esempio di scrittura che convince e dobbiamo essere grati all’Autore per averci offerto alcuni momenti di serena evasione. 

Ugo Carruba

Da “Spiragli”, anno III, n.1, 1991, pag. 61




 H. e D. Koenigsberger, Atmosfere di Sicilia

Caltanissetta, Terzo Millennio, 2002, pagg. 128. 

«Helli e Dorothy Koenigsberger risultano da queste pagine due visitatori insoliti: non trascurano niente e, in cambio, tutto li interessa. Se tanti preferiscono questo o quell’aspetto, trascurandone altri, essi tengono conto della storia intesa come continuo mutare delle cose e degli uomini, ma anche come fedeltà alle abitudini che il tempo consolida, nonostante avanzi il nuovo con la sua azione demolitrice. 

Se è vero che il siciliano parlato non è più quello della prima metà del secolo scorso, è anche vero che il carattere dei Siciliani non solo rimarrà inalterato, ma ne uscirà arricchito dai nuovi apporti e manterrà le sue caratteristiche che lo distinguono dagli altri popoli: l’ospitalità e l’umanità che gli sono proprie» . 

Ma il libro è tutto da leggere; il quadro che ne viene fuori è quello di una Sicilia insolita, scritta a due mani e vista da occhi disinvolti eppure attenti ed abbastanza obiettivi. 

Ugo Carruba




Giampaolo Pansa, Carte false Milano, B.U.R. 

La gente onesta, che è pure tanta, vive tra le nuvole? 

A leggere questo libro di Pansa, penso sia proprio così, fuori come essa è dal mondo degli imbrogli e dai traffici traffichini. Essa tutto può immaginare che uomini apparentemente integri siano corrotti e intricati in una ragnatela viziosa da cui sembra 

impossibile potere uscire. 

Il giornalismo italiano, con un tono ora ironico, ma sempre pacato, ora pungente, non risparmiando accuse ben precise, viene messo allo scoperto, non perché l’autore vuole denigrarlo, ma perché gli si è rivelato una forte delusione. 

Ne risulta che la libertà dell’informazione è solo apparente, perché essa viene manipolata e gestita dalle forze del potere, palesi o nascoste che siano, per cui il lettore viene stornato dalla verità e disorientato. 

Questo Carte false va letto anche se lascerà disgustati. Se poi non si vuole seguire l’ordine dei capitoli, si legga prima quello degli editori «impuri» e poi quello della «Palude». Gli altri verranno da sé. 

Da “Spiragli”, anno I, n.2, 1989, pagg. 45-46.




G. Trainito, Le mani degli angeli

In versi liberi, lontani da ogni pretesa, ma classicamente armoniosi e sentiti, è la poesia di questa silloge di Gaetano Trainito. 

Il poeta, che tale è, a onta di quanti si atteggiano a frequentatori del Parnaso, affida alla parola concisa ed essenziale il suo senso dell’umano e l’ansia esistenziale, e tende allo scavo interiore che spesso diviene ricerca e comunicazione. 

Ben vengano altri libri di Trainito, ma abbiano anche maggiore diffusione per essere letti e apprezzati da un più vasto pubblico di lettori che ancora crede nella poesia e nella sua opera di promozione umana e sociale. 

Salvatore Vecchio