A noi Indifferenti

Sfrecciano gli aerei
della morte
per i limpidi cieli
della mia casa a Marsala.
I colombi spaventati
volano al capanno e
tubano a coro,
deprecando.
I cani sdraiati sotto l’ulivo
storditi
sembrano chiedersi cos’è,
e guardano il cielo
e tendono le orecchie,
inorriditi.
Enigma è l’uomo
che cerca la pace facendo guerra,
che è sempre preso da oscure manìe
e sparge sangue
e semina odio
che si riproduce nella terra
che subisce, ammutolita,
le tante stragi
le grida dei bambini
il dolore represso dei vecchi
il pianto straziante delle madri,
le morti innocenti,
e le case ridotte a pietraie
e le bombe che sono intelligenti!
E noi indifferenti, stiamo a guardare!
Siamo il bersaglio di notizie falsate,
come oppio per non far pensare,
per dire solo ciò che altri vuole, e
giust’apposta manipolate
da gente che ha deciso di lucrare
sulle grida di chi ha bisogno,
sulle vite degli altri che non contano.
E noi indifferenti, stiamo a guardare,
sperando che qualcosa almeno avvenga,
magari altri tempi vividi e giulivi!
Gemono intanto al sibilar del vento
i giovani pioppi della via e
i rami abusati degli ulivi.

Salvo Marotta

Da “Spiragli”, anno XXIII, n.1, 2011, pag. 44.




A Lorenzo Panepinto

Ove i vicoli odorano fieno
la povera gente che amasti
ritrovo la sera.
Ti ricordano e conversano teco
i vecchietti seduti alla soglia,
le parole confuse al calpestìo
dei muli, al belar delle capre.
Quel che a scuola dicevi, ne’ comizi,
ai curvi al lavoro, alle vecchie, ai bimbi,
raccontano ancora e imprecano
al tuo assassino, avvampano e tremano.
Un pane sotto il braccio,
tornavi ai tuoi figli
e cadevi
come un tronco possente
dalla perfidia vile
spezzato
davanti alla sposa.
Il lamento degli umili
riascolti la sera
e torni a parlare con loro
e li sproni a sperare.

Salvo Marotta

Da “Spiragli”, anno XXIII, n.1, 2011, pag. 44.